Lo Stalking: cos’è cambiato a 3 anni dalla sua entrata in vigore.

Pubblicato il 16 Giugno 2012 alle 21:16 Autore: Andrea Iurato

Il fenomeno però è più complesso di quello che si pensi: mentre la stragrande maggioranza degli stalker risulta essere uomo, vi sono un notevole 30% di autori donne. Molti sottovalutano il problema, ma le nuove tecnologie e la forza sempre maggiore che le donne hanno nella nostra società, rendono gli ex fidanzati o ex coniugi meno tutelati poiché, a volte, non si crede che un uomo possa essere vittima di atti persecutori.stalkingSenz’altro da risolvere è il problema della mancanza di denunce; segno che i cittadini hanno poca fiducia nella repressione dei reati da parte,se non delle forze dell’ordine, almeno di chi la giustizia amministra. Che senso ha denunciare una persona se, per vederla condannata, passano anni, nei quali spesso la vittima continua ad essere torturata psicologicamente? Inoltre non sono nuovi i fatti di soggetti ammoniti per stalking che hanno ucciso o ferito la propria vittima.

Sarebbe ancor più utile rafforzare le già presenti strutture dove gli stalker vengono curati. Infatti dal 2007 l’Osservatorio Nazionale Stalking ha istituito, sia a Roma sia in altre parti d’Italia il “Centro Presunti Autori” dove i presunti stalker sono sottoposti ad un periodo di recupero psicologico gratuito. Spesso,infatti, questo reato è ingenerato da una vera e propria psicopatia la quale è il più delle volte curabile attraverso questa attività che permette, sia alla vittima sia al carnefice, di avere una vita quanto più normale possibile.

Insomma, il nostro Stato ha fatto bene ad introdurre questo nuovo reato poiché il vuoto normativo era palese, ma non basta. E’ necessario che la legge venga fatta rispettare nel migliore dei modi, facendo si che le vittime, una volta denunciati i loro aggressori, siano sicure che né loro né i loro cari siano più in pericolo.

Andrea Iurato, Marcella Gambino