AGCom, anche in televisione Grillo vicino al sorpasso sul Pdl

Pubblicato il 19 Giugno 2012 alle 14:42 Autore: Matteo Patané

Come emerge dai dati relativi alla suddivisione per istituzioni, maggioranza e opposizione, sono le prime a riappropriarsi della scena televisiva dopo un mese dominato dai diamanti e dai lingotti di Belsito. Le istituzioni tornano al di sopra della maggioranza assoluta, ed in particolar modo Presidente del Consiglio e Governo appaiono in rapida risalita dal mese scorso (+7%) anche se non ancora ai livelli dei primi tre mesi dell’anno. Maggioranza ed opposizione si spartiscono quanto resta: gli strascichi del caso Lega, e naturalmente la sua pessima prestazione elettorale, garantiscono alle forze di opposizione un lusinghiero – pur sempre il secondo valore dell’anno – quanto non gradito 16%, mentre le forze di maggioranza unite assieme raccolgono il 32%. Il dato, per quanto squilibrato rispetto alle norme della par condicio, non si discosta in maniera eccessiva dagli standard a cui la televisione italiana ha abituato la popolazione; ciò che colpisce sono simili dati in periodo elettorale, quando l’analisi delle vittorie e delle sconfitte, le interviste ai segretari di partito ed i riposizionamenti strategici in funzione degli appuntamenti successivi la dovrebbero far da padrone.

Analizzando la suddivisione per telegiornale, si nota poi come le istituzioni siano state privilegiate su SkyTG24 e TG2; la maggioranza ha avuto i suoi maggiori spazi su RepTV30 e TG4 mentre l’opposizione ha ottenuto maggiore visibilità su MTV Flash e Studio Aperto.

Dati AGCom maggio 2012 aggregati per
area politico-culturale

 

Dati AGCom 2012 aggregati per
area politico-culturale

Passando all’analisi dei dati per area politico-elettorale, spicca in primo luogo l’altissimo valore ottenuto dalla voce “altro”, competitiva per la prima volta con quelle delle aree codificate. Si tratta, naturalmente, dell’effetto generato dal successo elettorale del MoVimento 5 Stelle, non codificato con una voce propria e quindi inserito nel calderone delle voci residuali.
A fare le spese di questa crescita così violenta (oltre il 300%) è in primo luogo il centro moderato di Fini, Casini e Rutelli: anche in questo caso si tratta di un effetto delle votazioni, che hanno visto il Terzo Polo passare ad attore marginale della competizione elettorale italiana, invece che il tanto atteso ago della bilancia tra centrodestra e centrosinistra. Con appena il 4,5% il centro riesce a fare peggio del mese di aprile, in cui però quasi metà del tempo totale dei telegiornali era occupato dalla Lega Nord.
Proprio la destra di stampo leghista viene (assieme alle altre formazioni di area) ridimensionata al 16%, un valore comunque piuttosto alto in termini assoluti e in linea con quanto ottenuto nei primi tre mesi dell’anno: è difficile individuare quanto nel tempo dedicato alla Lega sia derivante dalla componente elettorale e quanto dalla componente scandali, solo le analisi dei prossimi mesi e la curva che esse individueranno permetterà di capire quanto gli strascichi degli scandali leghisti impatteranno nell’immagine del partito.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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