Tosi, la Lega e quei rischi fatali

Pubblicato il 18 Giugno 2012 alle 16:00 Autore: Livio Ricciardelli

Qual è il problema oggi come oggi, alla luce della probabile vittoria di Maroni alla segretaria, della Lega in Veneto? Il problema sta nel fatto che uno dei capolavori politici di Umberto Bossi è stato quello di porsi come garante di un patto. Un patto che comprendeva l’ingresso della Liga Veneta all’interno della Lega Nord col rischio di essere succube della potente componente lombarda. Un capolavoro politico. E non solo perché la Liga Veneta, nata nel 1980, era un partito politico più vecchio e con ben più storia rispetto alla Lega Lombarda. Ma anche perché “il veneto è una lingua, il lombardo è un dialetto, lo stendardo col Leone di San Marco è una bandiera, il Sole delle Alpi un simbolo quanto mai spurio”. E dunque i potenti veneti, forti della loro storia e della loro tradizione quasi legittima, hanno visto nella leadership carismatica di Bossi come l’occasione per entrare in quel movimento che dalle rivendicazioni autonomistiche di carattere regionalistiche sarebbe passato ad una dimensione di carattere più nazionale.

Non è un caso del resto se nel corso delle elezioni dell’effimero Parlamento del Nord nel 1997 assieme alle varie liste connotate politicamente (comunisti, socialdemocratici, liberaldemocratici, conservatori padani) si presentò anche una lista dei “Leoni Veneti” in nome di quel venetismo che sfuggiva a qualsiasi logica politica secondo il continuum destra-sinistra. A suo modo un piccolo segnale per evidenziare come la Padania, e dunque il suo pluralismo politico, fosse tutt’altro che realizzato appieno.

Un evento quasi senza precedenti che oggi terrorizza molti. Maroni riuscirà a tranquillizzare la componente veneta e porre garanzie come fece il Senatùr? Non c’è il rischio che con la fine del collante bossiano possa andare in frantumi tutto il movimento? L’incertezza del congresso veneto di cui abbiamo parlato ci mostra una situazione piena di dubbi ed incertezze. Lo ha capito Luca Zaia che il più delle volte fa il vago nelle vicende legate alla Liga Veneta. Lo ha però capito anche Tosi che sul palco a Verona si è fatto fare una foto con Bossi stringendogli la mano.

Una volta che cambia il “gestore” occorre una ridiscussione dei piano per decidere se tutti gli asset della ditta possono rimanere al loro posto in maniera immutata.

Il rischio che sta correndo Tosi è chel spinto dall’enfasi maronita, possa dimenticare le ragioni stesse che lo hanno portato ad essere un esponente della Lega Nord-Padania. E non della cara vecchia Liga Veneta.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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