Termometro Finanziario: accordo europeo, il diavolo è nei dettagli

Pubblicato il 2 Luglio 2012 alle 10:06 Autore: Giovanni De Mizio

Passando alle notizie attese la prossima settimana, lunedì saranno da osservare i dati relativi all’indice dei direttori degli acquisti di vari Paesi europei, importante indicatore dell’attività economica dei prossimi mesi: il dato dovrebbe risultare inferiore ai 50 punti (ovvero indica una prossima contrazione dell’economia) per i maggiori Paesi europei, Germania compresa, oltre che per l’Europa nel suo complesso. Italia e UE renderanno noti anche i livelli del tasso di disoccupazione: per lo Stivale il tasso dovrebbe risultare in salita oltre il 10%, contro l’11% della media europea. Nel pomeriggio l’indice ISM misurerà il livello dell’attività economica del settore manifatturiero USA: anche questo dato è previsto in peggioramento sia pure ancora sopra i 50 punti, a indicare espansione. Mercoledì da segnalare le vendite al dettaglio e il PIL dell’Eurozona: il primo dato dovrebbe essere in lieve miglioramento, mentre il secondo dovrebbe confermare la crescita ferma. I mercati saranno invece chiusi negli USA per celebrare la festa dell’Indipendenza.

Giovedì fortissima attesa per la decisione della BCE circa i tassi di interesse: fermi all’1% da diversi mesi, comincia a farsi largo l’ipotesi di un taglio di almeno un quarto di punto. Un allentamento della politica monetaria potrebbe essere utile per far ripartire la crescita in Europa, anche se non sarà sufficiente in assenza di riforme davvero incisive, specie nei Paesi come l’Italia che hanno perso molto tempo negli ultimi dieci anni. Negli USA invece c’è attesa per il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione: il dato dovrebbe confermarsi un paio di decine di migliaia sotto la soglia di 400 mila unità.

Venerdì la produzione industriale tedesca dovrebbe tornare lievemente positiva dopo la forte contrazione del 2,2% registrata nell’ultima rilevazione. Ma sarà il report sull’occupazione USA a dominare l’attenzione: il tasso di disoccupazione dovrebbe confermarsi all’8,2%, insieme a una creazione di circa 100mila posti di lavoro in settori non agricoli. Sarà però importante incrociare questi dati con quello del tasso di occupazione: negli ultimi mesi, infatti, la contrazione del tasso di disoccupazione è sembrata collegata al fatto che molti disoccupati sono troppo scoraggiati per cercare lavoro, uscendo così dalle statistiche. Nonostante il calo del tasso, dunque, la situazione del mercato del lavoro statunitense resta piuttosto drammatica, e non può esserci ripresa fin quando i posti di lavoro dissolti negli ultimi anni non cominceranno a essere riassorbiti.