Dialoghi impossibili: la costituzione per principianti

Pubblicato il 9 Agosto 2012 alle 12:05 Autore: L Undici
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SILVIO BERLUSCONI E GIULIO ANDREOTTI

“Io la Costituzione me la compro “disse quello a sinistra

F. “Perché? Pensa anche lei che sia datata? Che ci son troppi deputati e senatori? Che bisogna tagliare per abbattere i costi? Che la magistratura sia diventata un organo politico e che il Presidente della Repubblica sia troppo invadente e che il Capo del Governo poco incisivo? Guardi che io sono ignorante, nel senso che non ho studiato, sono autodidatta, mi limito a riportare cose che leggo sui giornali o che mi dicono i miei fan.”
A. “La Costituzione non andrebbe toccata, andrebbe spiegata, io c’ero quando l’abbiamo scritta, più di sessant’anni fa. Siam rimasti in tre ancora vivi. Il problema di oggi, come di ieri è sempre lo stesso ‘governare gli italiani non è difficile, è inutile.’”
F. “Allora diamole un’aggiustatina.”
A. “Vale sempre il paragone con i mobili antichi: chi vuole restaurarli si può trovare con un mucchio di polvere in mano.”
F. “Guardi che se non ci riesce lei a farci capire le cose … Voglio dire, ho letto un sacco di libri di filosofia, di storia, letteratura, ascolto un sacco di dischi, anche roba difficile, ho consumato con un sacco di donne eppure non mi sento esperto di niente. Ma l’ho fatto perché questa è la vita: emozione, esperienza e consapevolezza. E queste cose le voglio raccontare e condividere con tutti.”
A. “Ho conosciuto altri come lei, qualcuno addirittura si definiva il re degli ignoranti, siete ottimi prodotti per il mercato attuale. Comunque se non mi interromperà le spiegherò qualcosa sulla Costituzione. e di questo sì, potrà parlare nella sue trasmissioni o libri. Allora, secondo lei, a che serve una Costituzione?

F. “Mah, questo è semplice. E’ una legge, una legge speciale, che vale per tutti.”
A. “Lei parte bene. La Costituzione vale per tutti. Vale per i democratici, per i comunisti, per i monarchici, per i fascisti.”
F. “No, i fascisti no! Non mi piacciono, troppo machismo, troppo culto della personalità, troppa propaganda.”
A. “Non interrompa, la prego. I fascisti non piacciono neanche a me. Ma quello che conta è che la Costituzione deve essere fatta per includere, non per escludere. Ci deve essere spazio per tutti, altrimenti è una cosa monca e prima o poi a qualcuno verrà voglia di cambiarla con la forza.”
F. “Scusi, visto che tutto evolve, che problema c’è a cambiare la Costituzione?”

Giulio-Andreotti

Il potere ha logorato chi non l’aveva

A. “Certo, la si può cambiare, non sorgono problemi se lei tiene presente questa semplice regola che le ho illustrato, ovvero che la Costituzione non appartiene né ai democristiani, né ai comunisti, né a Berlusconi, né a Bersani, né a Bossi, che sembra impossibile possa stare nella stessa frase anche solo con la parola Costituzione. E non è proprietà neppure mia e neppure sua. Lei pensa che cambiare le regole sia come regolare il motore. Quando tocca la Costituzione, lei sta cambiando la cilindrata del motore, magari pensa che si possano aggiungere due ruote in più.. Quello che lei decide oggi, magari per risolvere un problema, avrà delle conseguenze negli anni a venire. Quando modifica la Costituzione, sta cambiando il futuro.”
F. “Cambiare il futuro, è concetto che mi stimola, ma te lo aspetti da un filosofo visionario, da Terzani. Detta da lei, suona come una roba assurda, poi, pensando che ne ha combinate di tutti i colori…”
A. “La cattiveria dei buoni è pericolosissima. Ma a lei non è mai venuto il dubbio che la Costituzione sia ancora lì nonostante sessant’anni di Andreotti? Durerà altri cinquant’anni. Sarà bello festeggiare insieme il centenario.”
F. “Nell’immaginario collettivo, per chiunque, l’idea è che lei abbia abusato della Costituzione.”
A. “Dice? Il mio partito, come gli altri, si è sempre mosso nell’alveo della carta costituzionale. Abbiamo commesso degli errori. Non abbiamo selezionato bene alcune amicizie. Non abbiamo fermato gli ingordi. Ma a nessuno di noi democristiani è mai venuto in mente di sovvertire le regole. Forse lei era troppo giovane per ricordare che noi abbiamo sconfitto il terrorismo senza il bisogno di leggi eccezionali e non ci è mai venuto in mente di cambiare la legge elettorale quando stavamo per essere spazzati via. Come invece hanno fatto proprio i politici democratici e i casalinghi della libertà.”

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L'autore: L Undici

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