Dati AGCom luglio 2012
Esaminando invece i dati aggregati per area politica, l’unico dettaglio degno di nota rispetto al mese precedente è il netto ridimensionamento delle componenti extra-partitiche, che consente una crescita di tutte le forze politicamente inquadrate.
In particolare è la destra leghista ad approfittare del fenomeno, con una crescita assoluta del 4% ed una relativa (al netto delle componenti extra-partitiche) comunque superiore al 3%. Saldo positivo anche per il centro moderato di Casini, mentre centrodestra e centrosinistra, pur crescendo in termini generali, sono le aree maggiormente penalizzate dalla redistribuzione del tempo conteggiato sotto la voce “altro”.
Il mese presenta comunque solo aggiustamenti di minore entità, lasciando inalterati i rapporti di forza emersi nei mesi precedenti; mediaticamente, quindi, il rodaggio dei motori per la campagna elettorale delle politiche 2013 si è rivelato sostanzialmente uniforme per tutte le aree politiche, senza che qualcuna abbia preso il sopravvento in maniera definita sulle altre.
Osservando i dati ripartiti per telegiornale, RepTV30 e TGCOM24 si confermano i più attenti alle vicende della destra leghista; il centrodestra berlusconiano trova invece massimo spazio su Studio Aperto e TGCOM, mentre il centro moderato su TG2 e TG1. Il centrosinistra ha le sue roccaforti su RepTV30 e Rainews, mentre l’estrema sinistra, da tempo ai margini della vita politica televisiva del Paese, racimola decimi di punto percentuale prevalentemente su TG1 e TG3.
Dati AGCom 2012 aggregati per mese |
Erano molte le attese legate all’avvicendamento del consiglio di amministrazione della RAI, ma dal punto di vista della distribuzione temporale si notano effetti realmente minimali, spiegabili con le consuete fluttuazioni di attenzione verso l’una o l’altra parte politica senza che vi sia nulla ad indicare un reale mutamento di rotta dalle politiche mediatiche seguite durante il governo di Berlusconi.
Con ogni probabilità agosto sarà un mese altrettanto interlocutorio, e pertanto bisognerà attendere i dati di settembre per capire se veramente il primo atto di Monti in tema di televisione pubblica sarà in grado di produrre effetti positivi in termini di aderenza alla par condicio.