11 film sulla crisi

Pubblicato il 7 Settembre 2012 alle 14:33 Autore: L Undici

Alberto Sordi è “Un borghese piccolo piccolo”

“Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli. Con Alberto Sordi (1977) Un padre servile professa la tranquillità come unica condizione possibile per sé e per la sua famiglia che invece sarà presto annichilita dalla violenza degli anni ’70. I crudeli effetti dei mutamenti sociali, insieme a lungaggini cimiteriali e a un sistema processuale perfettibile, lo trasformeranno in aguzzino.
Dietro la vicenda di un Sordi che non ci siamo abbastanza meritati, Monicelli svela il quadro di un Paese in decadenza continua con sprazzi di cialtroneria grottesca e rassicurante, e la violenza sorda e non sempre gratuita dei piegati. Un film che 35 anni fa avrebbe potuto ispirare qualche attuale regista di culto e che chiude il periodo della Commedia all’italiana. Il libro di Cerami da cui la vicenda prende spunto era stato pubblicato l’anno prima.

“Belle Speranze” di Mike Leigh (1988) (“High Hopes”)  Leigh ci immerge nell’Inghilterra tatcheriana, prototipo della società in cui stato sociale e diritti sindacali sono stati eliminati. Tra yuppies ottusi, sognatori sconfitti e nuovi poveri, Mike Leigh ci fa capire che di speranze ce ne sono davvero poche. Ma lo fa con una commedia acida e divertente che critica esplicitamente il modello tatcheriano di società.

Riff Raff di Ken Loach

Riff Raff di Ken Loach

”Riff Raff” di Ken Loach (1990) Nell’anno in cui Margareth Tathcher abbandona Downing Street lasciando montagne di macerie sociali, Ken Loach fa il suo primo film di successo sulla classe operaia o meglio sul nuovo sottoproletariato inglese nella triste epoca della Lady di ferro. Non concede niente al politicamente corretto, ma il risultato è una commedia divertente per quanto ci mostri apertamente la condizione terribile della classe operaia britannica. Ken Loach in altre occasioni sarà magari noioso o didascalico, ma questo Riff Raff è divertente, sincero ed illuminante su certe politiche sociali.

“Diario Del Saccheggio – La Memoria del saqueo” di Fernando Solanas (2004) E la crisi arriva in Argentina e con grande anticipo (già nel 2001). Film-documentario di grande impegno sociale, ma con una tesi ideologica da sostenere a tutti i costi: la classe politica argentina è corrotta e collusa con los putos yanquis, ma il popolo è buono! È Solanas, bellezza. Qui puoi vedere la versione integrale del film

giorni e nuvole

Margherita Buy e Antonio Albanese in “Giorni e nuvole”

“Giorni e nuvole” di Silvio Soldini (2007) Una coppia borghese, agiata è costretta a confrontarsi con situazioni dalle quali si riteneva al sicuro: disoccupazione, precarietà, ridimensionamento del tenore di vita e una quantità di tempo ‘vuoto’ a disposizione che costringe (finalmente consente?) a guardare la realtà e sé stessi con uno sguardo differente. Soldini è bravo a raccontare come la perdita del lavoro trascini con sé altre profonde perdite: di tempo, di realizzazione, di prospettive, di prestigio, di identità. Perdite che sono le perdite di tutta la nostra società. Bravi Albanese e Margherita Buy, più controllata del solito.

“Louise Michel” di Benoît Delépine, Gustave de Kervern (2008) E la crisi arriva in Francia: chi te lo fa fare di tenere aperta una fabbrica di vestiti di bassa qualità in Piccardia quando puoi fare i soldi ordinando dei “buy… sell… buy” al cellulare mentre fai jogging sul tapis-roulant di una mega villa nell’isola di Guernsey? Quando però i due killer improvvisati (Louise+Michel, appunto) si trovano di fronte la faccia dello speculatore a metà tra lo stupefatto ed il ghignante che si chiede “Ma perché, esistono ancora fabbriche in Piccardia?”, beh, il colpo di pistola che lo fredda è veramente una liberazione! Film divertente.

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