Sondaggio Emg 24/09/12, astensionismo in calo ma Pd e PdL non ne approfittano

Pubblicato il 26 Settembre 2012 alle 19:32 Autore: Giuseppe Martelli

Sondaggio Emg 24/09/12, astensionismo in calo ma Pd e PdL non ne approfittano

 

Il sondaggio di questa settimana pubblicato dal Tg de La7 presenta alcuni cambiamenti rispetto alla settimana appena trascorsa.

LISTE %
SEL 6,4
PSI 1,5
PD 25,7
API 0,5
UDC 6,9
FLI 2,1
PLI 0,7
MPA 0,7
GRANDE SUD 0,5
PDL 20
LEGA NORD 5,4
LA DESTRA 2,6
M5S 14,4
IDV 5,1
FDS 2,5
VERDI 1,3
RADICALI 1
SVP 0,5
ALTRI 2,2
AREA NON VOTO 32,5

Rimane invariato il distacco tra i due partiti maggiori e il Pdl sconta una leggera flessione, probabilmente a causa dello scandalo della regione Lazio. In questi mesi il partito di Berlusconi ha visto molte volte interrompersi sporadici trend positivi a causa di scandali e vicende poco chiare, a partire da Formigoni fino ad arrivare all’ affaire  della regione Lazio.

Stabili gli altri partiti e in particolare il MoVimento di Beppe Grillo che ormai deve essere considerata una forza elettoralmente stabile e in grado di attestarsi oltre 10%. Questo dettaglio potrebbe risultare fondamentale con l’attuale legge elettorale: il Senato, con queste stime di voto, potrebbe davvero essere un problema per il centro-sinistra. Difficile che si verifichi una situazione “Prodi 2006”  ma la possibilità di una maggioranza fragile renderebbe più semplice il dalemiano progetto di unità tra PD-SEL e l’Udc.

Ci sono, infine, altri due elementi da mettere in luce. Il primo riguarda la riduzione dell’area del non voto; evento che mesi fa avevamo pronosticato, ritenendo le stime di allora sugli astenuti (vicino al 50%) sovrastimate oltre-modo; certo a questa riduzione dell’incertezza non si accompagna un aumento di consensi nelle formazioni più rappresentative, il che significa che sono i cosiddetti “altri” ad attirare i nuovi consensi, oltre a Grillo.

Il secondo e decisivo aspetto riguarda le primarie del centro-sinistra. Come ricordava Travaglio in un recente articolo sul Fatto Quotidiano, le primarie hanno un valore che va oltre il centro-sinistra perché, seppur nella confusione più assoluta, pare che nell’area dei progressisti ci sia il serio rischio del poderoso avvento di una nuova aria.

Renzi ha senz’altro delle possibilità di vittoria ma è quello che rappresenta in prospettiva a rendere interessante la competizione. Senza esprimere giudizi di valore, il sindaco di Firenze è senz’altro figlio di un’altra generazione politica e sopratutto accetta e pratica la logica del confronto maggioritario sforzandosi di attrarre consensi anche nel campo avverso, come richiesto da un sistema bipolare. Certo, molti storceranno il naso, ma la ribalta nazionale del “rottamatore” (a prescindere quindi dalla vittoria o dalla sconfitta alle primarie) pone quesiti nuovi anche e sopratutto al centro-destra.

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