La semplice guida del TP per comprendere i sondaggi

Pubblicato il 9 Marzo 2010 alle 16:36 Autore: Redazione
media sondaggi

In un sondaggio, come nel nostro esempio, compare spesso anche un’altra voce: gli INDECISI. Gli indecisi sono quegli elettori che non hanno ancora chiaro se andare a votare oppure, nel caso in cui si rechino ai seggi, per quale partito votare. Chiaramente gli indecisi non sono mai indicati nel riepilogo ufficiale finale di un’elezione, poiché se sono rimasti a casa, vengono inclusi tra gli astenuti. Se invece hanno espresso un parere, qualunque esso sia, vengono conteggiati come tutti gli altri. Gli indecisi perciò sono una peculiarità solo dei sondaggi pre-voto.

Chiarito il significato di questi termini basilari, possiamo ora comprendere meglio come leggere ed interpretare il sondaggio-test di cui sopra.

Come è già successo in passato, ed anche sul nostro sito, il primo errore che si può commettere è il seguente: si sommano tutte le percentuali dei 4 partiti, includendo anche la quota di indecisi ed astenuti. Il che vuol dire che l’eventuale totale è pari al 137%. Questo ovviamente è un controsenso. Nessuno sondaggio può avere come somma totale una percentuale maggiore di 100. Tanti cittadini si interpellano, tanti cittadini devono fornire una risposta. L’errore tuttavia NON sta nel sondaggio, quanto nell’interpretazione dei dati.

Le percentuali dei partiti vengono calcolate non sul numero totale di elettori, ma sul numero totale di voti validi.

Poiché gli astenuti non possono esprimere un voto valido, non essendo andati a votare, e poiché gli indecisi non hanno ancora espresso un parere, è chiaro che non possono essere inclusi tra i voti validi. Il totale dei voti validi è perciò esattamente 100, come è logico che sia, ovvero la somma delle percentuali dei 4 partiti, A,B,C e D:

% di A + % di B + % di C + % di D = 100%, corrispondente al TOTALE VOTI VALIDI

Come facciamo dunque a risalire dai dati del sondaggio al numero effettivo di risposte? Molto semplice, si usa il penultimo dato, ovvero “CASI: 1000”.

Se la voce “CASI” non è affiancata dall’aggettivo “UTILI” oppure “VALIDI”, vuol dire che il campione totale, inclusi astenuti ed indecisi è pari a 1000; dunque non solo i voti validi. Nel nostro caso, si è indicato solo il termine “CASI”. Questo implica che se volessimo sapere quante persone hanno votato per il partito A, non potremmo eseguire il conto: il 20% di 1000 è pari a 200, quindi 200 sono le persone che hanno votato per il partito A. Questo perché stiamo includendo tra i 1000 anche i voti non validi, gli indecisi e gli astenuti. Per aggirare l’ostacolo, si procede come segue.

  1. si calcola il numero effettivo di astenuti: il 25% di 1000 è pari a 250, quindi 250 persone su 1000 hanno detto che non andrebbero a votare.
  2. si calcola il numero di indecisi: il 12% di 1000 è uguale a 120, quindi 120 persone su 1000 non sanno ancora cosa faranno alle prossime elezioni, se andare a votare, e se andranno, per quale partito votare.
  3. si calcola il numero di voti validi (ipotizzando che le schede bianche/nulle siano incluse tra gli indecisi): 1000-120-250=630. Quindi, 630 persone su 1000 hanno indicato un voto valido per uno dei 4 partiti. 630 corrisponde al 63% di 1000 ed è su questo dato che bisogna calcolare la percentuale dei voti ai partiti.
  4. si calcolano perciò i voti effettivi ai singli partiti

Numero voti per il partito A: 126 = 630/100*20

Numero voti per il partito B: 189= 630/100*30

Numero voti per il partito C: 220,5= 630/100*35

Numero voti per il partito D: 94,5= 630/100*15

TOTALE: 630

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L'autore: Redazione

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