Georgia, la sostanza di un cambiamento formale

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 alle 16:12 Autore: Marco Residori
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Un appunto merita parimenti il ricorso di Ivanishvili a discutibili scelte volte ad aumentare il bacino di consensi. Ultimando il make-up della sua immagine post-elettorale egli ha infatti deciso di schierare tra i titolari del nuovo Gabinetto anche l’ex stella del calcio italico Kakhaber Kaladze, nominato Ministro dell’Energia. Il consenso plebiscitario riservato dal popolo georgiano a coloro che conquistano fama al di fuori dei confini nazionali garantisce così nuova legittimazione alla sua immagine di successo, issandolo come buono tra i buoni.

L’amara considerazione finale la cedo alle parole di una amica georgiana di stanza a Leopoli. Sconsolata, Keti, esponendomi il suo punto di vista sull’esito elettorale, sentenzia: “Il problema è che i georgiani sono sempre in attesa di eroi, hanno sempre bisogno di un leader. Nonostante la presa di coscienza e le scottature ricevute dai precedenti presunti eroi-leader, ogni qualvolta messianicamente se ne presenti loro uno nuovo, non possono far altro che seguirlo. Contribuendo al cambiamento dei feudatari che si impossessano del feudo, evitando però corrispondentemente il cambiamento del feudo stesso”. Brecht e la sventura del Paese “che ha bisogno di eroi” riecheggiano a gran voce tra le strade di Tbilisi.

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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