Regionali 2010: Il voto ai presidenti

Pubblicato il 6 Aprile 2010 alle 07:30 Autore: Salvatore Borghese
elezioni regionali - Termometro Politico

LAZIO

Come per l’Umbria, sfida tutta al femminile anche nel Lazio, dove Renata Polverini (indipendente PDL/centrodestra) vince con il 51,14% su Emma Bonino (Radicali/centrosinistra) che non fa meglio del 48,32%. L’outsider Marzia Marzoli raccoglie solo lo 0,53%.

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CAMPANIA

Tutto facile per Stefano Caldoro (PDL/centrodestra) che, nonostante il forte voto disgiunto a favore dell’avversario, vince col 54,25% lasciando a Vincenzo De Luca (PD/centrosinistra) il 43%. Terzo il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero con l’1,56%.

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PUGLIA

Nichi Vendola (SEL/centrosinistra) si conferma governatore in una delle sfide più incerte, conquistando il 48,69%, sufficiente a battere Rocco Palese (PDL/centrodestra) a cui va il 42,25%, mentre Adriana Poli Bortone (Io Sud), sostenuta dall’UDC, conquista l’8,71%.

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BASILICATA

Si riconferma anche Vito De Filippo (PD/centrosinistra) con un margine quasi imbarazzante: 60,8% dei voti per lui, che non ha problemi a battere così Nicola Pagliuca (PDL/centrodestra), fermo al 27,92%, mentre Magdi Cristiano Allam (indipendente) conquista l’8,72%.

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CALABRIA

Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti (PDL/centrodestra) con il 57,76% strappa la regione ad Agazio Loiero (PD/centrosinistra) a cui va il 32,22%. Terzo l’industriale Pippo Callipo (indipendente) sostenuto da IDV e Radicali, con il 10,02%.

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RIEPILOGO NAZIONALE – 13 REGIONI

Veniamo dunque al riepilogo nazionale: i candidati governatori di centrodestra hanno conseguito circa 12 milioni e 200 mila voti, pari al 49,04%, contro i quasi 10 milioni 900 mila raccolti dai candidati governatori di centrosinistra, ossia il 43,8%. La differenza tra i due schieramenti è quindi del 5,2% circa. I candidati sostenuti dall’UDC, che si sono presentati da soli in 6 regioni su 13, hanno raccolto complessivamente il 3,11% dei voti; ma considerando solo le regioni in cui si sono presentati, la loro percentuale media è stata del 5,52%. Analogo discorso per i candidati del Movimento 5 Stelle, che a fronte di un risultato complessivo del 2,07% hanno ottenuto, nelle 5 regioni in cui si sono presentati, un risultato medio del 4,13%.

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Come abbiamo visto, tra i due poli principali ci sono circa 5 punti di differenza. Ma il risultato di questa osservazione è da prendere con le proverbiali molle, dal momento che gli schieramenti in appoggio all’uno o all’altro candidato risultavano variabili. In particolare il centrosinistra in alcune regioni ha corso divisa, con la sinistra o i Radicali (o entrambi) che proponevano un candidato differente, “disperdendo” i voti attribuibili al centrosinistra; lo stesso discorso, seppur con le dovute cautele, si potrebbe fare per la situazione calabrese, unica realtà in cui l’IDV ha scelto di non appoggiare il PD candidando Callipo, sostenuto anche dai Radicali. D’altra parte il centrodestra si è sempre presentato unito, con il patto di ferro PDL-Lega in vigore ovunque a nord di Roma, e con il solo caso pugliese in cui si è potuto parlare di “divisione del fronte” di centrodestra, anche se la candidatura della Poli Bortone, sostenuta dall’UDC, è stata a tutti gli effetti una candidatura centrista.

Se dunque sommiamo ai voti del centrosinistra i 208.329 voti presi dai candidati della sinistra in Lombardia, Marche e Campania, otteniamo un aumento di quasi un punto e arriviamo al 44,64%; aggiungendo anche il candidato dei Radicali in Toscana, De Virgiliis, e il già citato Callipo in Calabria, arriviamo al 45,12%. E ci ritroviamo con quegli stessi 4 punti di distacco, decimale più decimale meno, che c’erano alle Europee 2009 tra centrodestra (PDL, Lega, Destra/Mpa) e centrosinistra (PD, IDV, SeL, Comunisti, Radicali) nelle 13 regioni che abbiamo considerato.

 

Salvatore Borghese

L'autore: Salvatore Borghese