Ucraina, vince il Partito delle Regioni. The worst is yet to come

Pubblicato il 30 Ottobre 2012 alle 11:48 Autore: Marco Residori
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L’altro fatto di giornata, non nuovo a chi segue da vicino le questioni interne, evidenziato da chi, catapultato in Ucraina solo in occasione delle consultazioni elettorali scopre oggi il Paese, è il diffuso e capillare sistema di brogli, contrattazione e vendita di voti, finanziamento pubblico della campagna e “mea condicio” elettoral-mediatica registrato dagli osservatori internazionali. Evidenziabile, questo sì, sarebbe stato magicamente riscontrare la regolarità delle elezioni in un Paese in cui, non solo non vige lo Stato di diritto, ma esso non trova neanche lontana concezione teorica.

La terza certezza ribadita dagli esiti elettorali è la conferma di una totale sfiducia nei confronti della politica da parte di ampi settori dell’elettorato, giovani in testa, registrante un contenuto 57% alla voce affluenza. Il pericolo anti-politico, che i sondaggi pre-elettorali davano per sventato, si è invece realizzato dando coerenza e continuità alle recenti consultazioni tenutesi nello spazio post-sovietico (elezioni parlamentari georgiane ed elezioni amministrative russe).

I titoli di coda dei verdetti elettorali riportano, infine, una bruciante sconfitta, nonostante la popolare candidatura di Andriy Shevchenko, sia per Ucraina Avanti! (1,7%) che per l’ex-leader rivoluzionario e Presidente ucraino Viktor Yushenko (1,5%), incapaci di ottenere consensi validi ai fini di un approdo parlamentare.

Ufficializzati gli esiti elettorali, forte del nuovo mandato popolare, il Presidente Yanukovych potrà quindi sdoganare, senza più alcun timore, ciò che la scadenza elettorale aveva posticipato e che la lontana scadenza delle presidenziali del 2015 gli permetterà di implementare. Il progetto di riforma, gelosamente custodito nel cassetto e sagacemente redatto a più mani, prevederà il lento affermarsi della seguente ufficiosa ricostituzione dello Stato. Il potere legislativo, esercitato costituzionalmente dal Parlamento, passerà nelle mani del Governo che si avvarrà, oramai non più tanto velatamente, degli interessati suggerimenti degli oligarchi. Il potere esecutivo, semanticamente rivoluzionato, per compensazione verrà devoluto al Parlamento che si farà redattore di leggi già scritte, garantendone anche la loro approvazione. Il potere giudiziario, infine, completerà il suo percorso di delega vassallatica e vedrà le governative corti giudiziarie abusare sempre più elegantemente del proprio libero arbitrio su cittadini sempre meno garantiti. Yanukovych riscriverà Montesquieu. L’arroganza al potere seppellirà lo Stato di diritto. I catapultati osservatori internazionali si congederanno da Kiev. Il mediatico sipario calerà. Ci rivedremo nel 2015.

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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