Milano, verso le elezioni comunali

Pubblicato il 28 Ottobre 2010 alle 11:13 Autore: Giovanni Diamanti
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La prossima primavera si vota per il primo cittadino del capoluogo lombardo: il sindaco Moratti appare in difficoltà, ma nel centrosinistra c’è tensione sulle primarie

Milano, verso le elezioni comunali

Sembrava poter essere una marcia trionfale, quella di Letizia Moratti verso la riconquista del Comune di Milano, fino a poco più di un mese fa. Sensazione confermata dal sondaggio di Mannheimer per “Il Corriere della Sera” dell’8 settembre. Non tanto per l’apprezzamento per il lavoro svolto, semmai per la debolezza del centrosinistra milanese e la mancanza di un candidato forte da contrapporre al sindaco uscente. Pisapia, Boeri, Onida, uno dopo l’altro sarebbero stati nettamente sconfitti dalla Moratti. Persino contro Albertini, sostenuto da un’alleanza trasversale, la Moratti avrebbe avuto dieci punti di vantaggio. Un vantaggio netto che le garantiva una notevole tranquillità, tale da indurla a non assumere, come sembrava invece probabile, lo spin doctor Claudio Velardi per aiutarla a ricostruirsi un’immagine vincente.

Oggi, la situazione sembra cambiata. L’ultima indagine di Mannheimer pubblicata il 15 ottobre, sottolinea che il vantaggio della Moratti sarebbe molto diminuito: sei punti di vantaggio contro Pisapia, sette contro Boeri, in entrambi i casi con una percentuale di indecisi al di sopra del 10%. Inoltre, verrebbe superata da Albertini del 6%. Per Ipsos, l’istituto di sondaggi di Nando Pagnoncelli, la Moratti avrebbe invece un indice di gradimento inferiore rispetto alla propria amministrazione, e sarebbe in testa solamente dell’1% contro il candidato preferito del Pd, l’architetto Boeri, e del 2% contro il candidato della sinistra, Pisapia. Una situazione quindi aperta, una elezione “too close to call”. Un momento difficile per il sindaco uscente, aggravato dal possibile crollo del Pdl milanese previsto dall’ultimo sondaggio Swg, e dallo scetticismo manifestato anche pubblicamente, dal leader leghista Umberto Bossi nei confronti della sua ricandidatura.

Eppure, in un periodo complesso per la Moratti, il centrosinistra stenta a trovare una linea comune, come testimoniano le polemiche che accompagnano la corsa verso le vicine elezioni primarie del 14 novembre. Ma al di là dei contrasti e delle accuse, queste primarie si faranno, e la sfida a quattro Onida-Pisapia-Boeri-Sacerdoti potrebbe tradursi, alla fine, in uno scontro all’ultimo voto tra Boeri e Pisapia. Ovvero, Pd contro sinistra. I sondaggi finora effettuati sulle primarie, di Lorien Consulting, Ispo e Gm&P, rilevano una situazione di profonda incertezza, con una sostanziale parità tra i due “favoriti”, Onida a inseguire da lontano, e Sacerdoti nettamente staccato, a raccogliere qualche punto percentuale.

Boeri ha cominciato la sua campagna con la consapevolezza di dover colmare un gap notevole nei confronti di Pisapia, giurista prestigioso molto più conosciuto di lui in città. E per curare la propria comunicazione elettorale ha scelto i pubblicitari di Proforma, oramai dei veri “guru” delle campagne elettorali italiane, che lavorano in tandem con l’ufficio creativo milanese Ideificio. Una campagna di affissioni incentrata sullo slogan “Cambiamo città. Restiamo a Milano”, che ha la sigla della città, “MI”, come filo conduttore (“Boeri MI dà lavoro”, “MI forma”, “MI illumina”, “MI dà casa”), accompagnata da una forte presenza sui social network. Ad aiutarlo a mobilitare l’elettorato c’è il Partito Democratico, che vuole evitare una nuova débacle alle primarie contro un candidato della sinistra, dopo la brutta esperienza pugliese, consapevole che una sconfitta contro l’ex parlamentare di Rifondazione Comunista sarebbe un colpo durissimo per il partito. Forse irrimediabile.

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