Le primarie di Milano, considerazioni

Pubblicato il 17 Novembre 2010 alle 12:00 Autore: Giuseppe Spadaro
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Ultimo punto. Nella notte in cui in Puglia Vendola ha sconfitto Boccia nel duemilacinque si narra che l’attuale ministro Raffaele Fitto, allora competitore di Vendola, abbia stampato una bottiglia di champagne. Fitto gioiva perché certo che mai i pugliesi avrebbero potuto affidare la guida della Regione ad un personaggio dal “profilo radicale” come Nichi Vendola. Tutti sappiamo come è finita. Nel duemilacinque. Nel duemiladieci Vendola dopo aver sconfitto per la seconda volta lo stesso Boccia alle primarie (vedi punto due “ostinazione dirigenza democratica”) ha vinto le elezioni anche grazie alla presenza di un terzo schieramento capeggiato dall’UDC e dalle migliaia di preferenze raccolte da Adriana Poli Bortone candidata presidente. Sulla falsa riga della candidatura della Poli Bortone in Puglia molti oggi sono pronti a scommettere sulla candidatura di Gabriele Albertini a sindaco di Milano per conto del nascente terzo polo. Stando alle prime dichiarazioni di Giuliano Pisapia si ha come l’impressione che a Milano si potrà ripetere lo schema pugliese del duemilacinque anziché del duemiladieci. Pisapia promette di lavorare alla costruzione di un programma ampio. Magari da sinistra verso il centro. Contro Letizia Moratti su cui peseranno tutte le tumultuose vicende del centrodestra nazionale. La sfida è aperta. Grazie alle primarie.

 

Giuseppe Spadaro

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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