Lotta all’evasione: arrivano Redditometro e ReddiTest

Pubblicato il 22 Novembre 2012 alle 14:39 Autore: Matteo Patané
evasione

Dopo Serpico, si evolve ancora la lotta all’evasione fiscale con la presentazione, da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Befera, del nuovo Redditometro 2012, uno strumento in grado, valutando le spese effettuate dagli italiani, di individuare eventuali situazioni anomale tra quanto dichiarato a livello di reddito o patrimonio e quanto speso.

Il nuovo redditometro, atteso fin dal lontano 2009, si aggiorna comprendendo oltre un centinaio di voci di spesa, che spaziano dai beni di lusso ai mutui, dal turismo ai movimenti bancari, cercando di mantenere una fotografia aggiornata sulla società. Vengono inoltre introdotti elementi di peso delle singole voci sulla base di parametri certi e verificabili, come la potenza delle auto acquistate o la composizione del nucleo familiare.

Il redditometro si integra quindi con Serpico e ne guida in qualche modo le operazioni: se il sistema presentato lo scorso anno è un raffinatissimo strumento di calcolo e di incrocio dei dati, il redditometro ne costituisce in qualche modo lo strumento di guida e indirizzo, l’identificatore di quali parametri dovranno essere considerati rilevanti al fine di individuare i potenziali evasori e in quale misura.

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Il Governo prosegue quindi con determinazione nella lotta all’economia sommersa, ad oggi uno dei maggiori fattori di iniquità sociale e di acutizzazione della crisi economica per molte persone e famiglie oneste.

I primi risultati del redditometro appaiono eclatanti: circa il 20% delle famiglie italiane, oltre quattro milioni, non avrebbe le carte in regola in quanto spende molto di più di quanto sembra potersi permettere, e all’interno di questo insieme colpisce circa un milione di famiglie che dichiara un reddito nullo o in ogni caso vicino allo zero.
Se Befera getta acqua sul fuoco e invita alla prudenza ricordando che il redditometro misura la spesa e non il flusso di cassa – in quanto entrate di capitale non soggette a tassazione o tassate alla fonte o ancora donazioni ed eredità non vengono prese in esame dal sistema – i dati appaiono talmente importanti da lasciar sperare che finalmente la lotta all’evasione fiscale possa essere condotta in maniera sistemica e non sporadica come troppo spesso si ha l’impressione.

Appaiono piuttosto rilevanti anche le novità sull’approccio tra la pubblica amministrazione ed il cittadino presunto evasore, incentrate sul tema del doppio contradditorio: se i sistemi informatici rilevano presunte irregolarità, infatti, l’Agenzia delle Entrate considererà il cittadino come un “osservato speciale”, invitandolo a fornire motivazioni per le proprie spese. I dati forniti dal cittadino verranno quindi integrati nel calcolo dei sistemi dell’Agenzia, e solo in caso di permanenza delle irregolarità scatteranno le indagini vere e proprie, di cui il cittadino dovrà poi rendere conto.
Questo sistema, nelle intenzioni di Befera e dell’Agenzia delle Entrate, dovrebbe costituire una sorta di filtro a favore del cittadino per proteggerlo dalle soglie di tolleranza dei sistemi informativi deputati all’individuazione dei casi di evasione, una sorta di limbo in cui il cittadino ha la possibilità di chiarire la propria posizione senza divenire necessariamente un indagato.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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