Recensione: «Meglio del sesso. Confessioni di un drogato della politica»

Pubblicato il 13 Febbraio 2010 alle 10:40 Autore: Livio Ricciardelli

Ne approfitta dunque per illustrare uno scenario cupo, crepuscolare in cui, presso un qualche stabile del Sud Dakota, McGovern and family assistono all’epica disfatta elettorale alle presidenziali del ‘72 mentre, compresa l’aria, Warren Beatty ne approfitta per darsela a gambe levate.

 

Mentre lo stesso Sud Dakota, “home state” di McGovern, cede alle grinfie della coppia Nixon-Agnew, Thompson, consultando quella perversa cosa che è il modulo coi responsabili territoriali della campagna elettorale, giura eterno rancore verso un ragazzo di 26 anni responsabile della perdita di centinaia di comuni in Texas: William Clinton.

 

Bill Clinton! Ed è da qui che si riparte con un’accurata descrizione (è presente un calendario con la scansione degli eventi) della campagna elettorale del 1992 che vede in pista, in quota democratica, proprio il giovane governatore dell’Arkansas. Dopo il ritiro e la fine delle sirene pro-Ross Perot, Thompson per forza di cose appoggia Clinton, odiando Bush, e si reca a Little Rock per intervistarlo.

 

La reazione di Clinton è  curiosa: oltre ad essere illustrato come un “maniaco del sesso” (presenti nel libro tutte le accuse e le ironie sulle “passioni” di Bill, compresa la “droga fumata ma non aspirata” che riveste un ruolo di primaria importanza simbolica in tutto il libro) il comportamento del futuro presidente è scettico e curioso nei confronti dell’interlocutore.

 

Da qui sono presenti nel libro lettere false di immaginari amici di Clinton che, cogliendo una certa somiglianza dell’autore con un cattivello della stessa classe elementare di Bill, temono per l’incolumità fisica dello stesso Thompson!.

 

Il libro continua con questo folle ritmo: sono riportate corrispondenze tra Thompson e il vicedirettore dei telegiornali della Cnn Ed Turner, con il collega Carville, il futuro membro del gabinetto presidenziale Stephanopoulos e finte minacce di James Baker ai network tv per falsare i risultati negativi nei confronti di Bush con tanto di presidente texano che osa proporre come data per il primo dibattito presidenziale la domenica delle finali del campionato di Football.

 

Il libro finisce nel 1994 con un “epitaffio” per la morte di Richard Nixon dipinto come un criminale, il Male, ma pur sempre la persona che forse aveva accesso, tramite l’obbrobrio alla sua politica, la scintilla della passione politica in Thompson. E da questo punto di vista mi è venuto in mente un caso analogo nostrano di “drogato della politica”.

 

Umorismo all’americana ed affermazioni pesanti sono presenti nel libro che però, anche se queste due caratteristiche possono apparire sgradevoli a molti lettori, ha un grande ed inestimabile merito: essere la fonte di una serie di perle di saggezza e di informazioni sugli States che nessun libro, anche il più completo, potrà mai fornire.

Titolo: MEGLIO DEL SESSO – CONFESSIONI DI UN MALATO DELLA POLITICA, Baldini Castoldi Dalai, 2009

Pagine&prezzo: 320 pp., € 15,00

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L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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