Recensione: “Ensemble” di Nicolas Sarkozy

Pubblicato il 10 Luglio 2010 alle 15:09 Autore: Livio Ricciardelli
Sarkozy

Si continua dunque con l’attacco sulle 35 ore lavorative, risultato dei governi a guida socialista, considerate come infruttuose (in termini di standard nei servizi pubblici, in primis per gli ospedali) e come tacita condanna verso stipendi maggiormente bassi. Avere più tempo libero ma non avere abbastanza soldi per goderselo o per fare qualcosa. Da qui il precetto, divenuto slogan ma non ancora attuato dopo più di tre anni di presidenza, secondo cui bisogna “lavorare di più per guadagnare di più”, un omaggio alla flessibilità che però a quanto pare si trova ancora innanzi un fuoco di fila di stampo sindacale e un’opinione pubblica non molto convinta delle stesse tesi di Sarkozy.

Sempre sulla strada dell’eccezionalità francese, che passa per forza di cose per la difesa della lingua nazionale come simbolo di resistenza contro la già citata omologazione, Sarkozy ci regala, prima di trattare i temi economici e di politica estera, una definizione molto interessante di gollismo che pienamente si confà al carattere eccezionale di quell’esperienza statale che, dall’evento campale rivoluzionario alla lotta per la Resistenza contro tutto e contro tutti, rappresenta da sempre un trattato distintivo della nazione francese: “un’etica, la concezione del potere come dono di sé, il senso dello Stato, la convinzione che lo scopo della politica non è dividere i francesi ma unirli, e che niente è perduto finché nel cuore di un solo uomo continua ad ardere la fiamma della resistenza”.

A proposito di chi coglie, nella cultura di centrodestra in Francia, forti elementi rivoluzionari.

La parte contenutistica più interessante è quella dedicata però alla politica estera: sul fronte Europeo, nell’appendice del libro è presente il discorso di chiusura del semestre di Presidenza Ue francese al Parlamento Europeo, Sarkozy ricorda come l’Europa sia stato la più bella invenzione del ‘900 e come l’unità della Comunità sia la cosa migliore per fronteggiare le sfide della globalizzazione e del mercato del lavoro. In particolar modo, sul fronte estero, Sarkozy si concentra molto sul ruolo del Mediterraneo quasi su un piano paritetico a quello della realtà europea: lo sviluppo del Mediterraneo parte verso una comune politica dello sviluppo, dei flussi migratori e del turismo. E la nascita dell’Unione per il Mediterraneo, co -presieduta da Mubarak, è effettivamente forse il maggior risultato ottenuto da Sarkozy in questi tre anni. Risultato capace di proporre un tavolo di concertazione tra palestinesi e israeliani (entrambi indicano infatti un vice-segretario generale dell’Unione) e capace di far sedere allo stesso tavolo grandi attori regionali storicamente ai ferri corti (basti pensare a Israele e alla Siria).

Il libro inizia con un’introduzione di Gianfranco Fini anch’egli desideroso di avviare un dibattito nel nostro paese sull’identità nazionale e sulla capacità di rappresentare per il bene della nazione tutte le parti in campo.

Un obbiettivo ancora difficile da raggiungere comparando la realtà nostrana a quella transalpina. Sarkozy parla del tempo presente quasi come fosse un tempo di decadimento. Senza dubbio a questa situazione ha contribuito la crisi economica e finanziaria, ma il Capo dello Stato francese scorge nel suo modello nazionale dei forti limiti da abbattere tramite una nuova proposta di etica di governo ed un rinnovato senso dello stato.

In un periodo “nero” per Sarkozy, alle prese con gravi guai giudiziari e con un vistoso calo di popolarità, questo libro ci illustra un disegno politico opinabile che registra al tempo stesso forti limiti e a sprazzi qualche elemento di elitismo che a parola si condanna (basti leggere il suo racconto sugli incontri nelle fabbriche francesi). Ma al tempo stesso non possiamo non cogliere nel programma del Presidente Sarkozy una proposta riformatrice a tutela delle tradizioni e degli interessi nazionali.

L’esatto contrario di ciò che avviene in Italia dove la destra, la vera destra, appare la reale vittima dell’attuale sistema politico.

 

Titolo: Ensemble, Treves Editore, 2009

Pagine&Prezzo: 123 pp., €20,00

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L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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