Pluralismo televisivo all’italiana

Pubblicato il 16 Ottobre 2010 alle 23:32 Autore: Matteo Patané

I limiti dell’analisi condotta fino a questo momento sono tuttavia evidenti: lo studio è quantitativo, misura il tempo destinato alle formazioni politiche senza interrogarsi sul reale contenuto delle dichiarazioni. Ad esempio, il tempo dell’UDC è ascritto all’opposizione sia che gli esponenti di tale partito critichino il governo sia che critichino altre forze di opposizione come IdV o PD.
Se è però impossibile realizzare un vero studio qualitativo, che richiederebbe l’analisi linguistica di ogni affermazione apparsa nei TG del mese, si può affinare lo studio quantitativo sfruttando scenari alternativi che rispondano a situazioni verosimili.

Il tema che ha tenuto banco negli ultimi mesi, naturalmente, è la nascita del nuovo partito finiano Futuro e Libertà per l’Italia ed il divorzio in atto del Presidente della Camera da Berlusconi. Spesso si sente dire che quella di Fini è un’opposizione all’interno della maggioranza: diventa allora interessante replicare il grafico precedente inserendo FLI e MPA tra le forze di opposizione.

La media dei TG si sbilancia in questo caso a favore dell’opposizione, anche se con uno squilibrio inferiore rispetto alla situazione precedente. In particolare risultano essere i TG di Rai3 e La7 ad essere maggiormente impattati dall’operazione di spostamento, ovvero, in altre parole, sono queste testate ad aver dato il maggiore spazio alla nuova creatura politica di Fini.
Da questa semplice operazione ci si può rendere maggiormente conto dell’utilizzo finale dello spazio politico: pur in un’ottica che vede preponderante lo spazio destinato alla maggioranza, diventa impossibile considerare nell’area di centrodestra testate come il TG3 o il TGLa7, proprio per il modo specifico in cui lo spazio dedicato alla maggioranza è stato utilizzato: l’evidenza data alla diatriba tra Berlusconi e Fini ed il processo che ha portato alla nascita di FLI difficilmente possono mettere in buona luce la maggioranza parlamentare, e l’aver reso oggetto di studio il tempo destinato al partito di Fini consente di capire meglio l’uso che ciascuna testata fa del tempo destinato alle aggregazioni riportate nei grafici.

L’ultima tipologia di analisi riguarda la suddivisione del tempo in macroaree politiche, ricalcando sommariamente la formula di par condicio in vigore, ad esempio, in Germania o nel Regno Unito. I partiti sono stati quindi raggruppati nelle seguenti categorie politico-culturali:

  • Destra (La Destra, Lega Nord)
  • Centrodestra (PdL, FLI, UDEUR)
  • Centro (MPA, API, UDC)
  • Centrosinistra (PD, IDV, SEL, Radicali)
  • Sinistra (PS, FES, Verdi)
  • Altro

La classificazione, che inevitabilmente si presta a obiezioni di vario genere a causa dell’enorme semplificazione del quadro politico che comporta, è stata stabilita ove possibile sulla base di autocollocazione espressa dei partiti nello scenario politico italiano ed europeo, e laddove necessario sulla base delle alleanze. Le elezioni del 2008 sono state utilizzate come campione di confronto; gli esiti dell’aggregazione sono evidenziati nel grafico che segue.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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