Pluralismo televisivo all’italiana

Pubblicato il 16 Ottobre 2010 alle 23:32 Autore: Matteo Patané

Il risultato è nuovamente molto netto: in nessun canale lo spazio dedicato a destra e centrodestra risulta inferiore al 50%, e solo nel TG2, nel TG3 e su SkyTG24 è inferiore al 60%. Su TGCom supera il 90%.
Si nota poi la scomparsa quasi totale della sinistra: se è vero che rispetto al 2008 c’è stata la scissione di SEL dall’area più radicale, è pur vero che solo su TG1 e TG3 l’area più a sinistra mantiene una quota superiore allo 0,5%.
Anche il centrosinistra risulta fortemente penalizzato: pur aggiungendo rispetto alle elezioni il contributo di SEL in nessun TG raggiunge il 30% dello spazio, a fronte del 37% totalizzato alle politiche del 2008.
Rispetto alla tipologia di analisi precedente in questo caso non ha senso ripetere lo studio spostando partiti da un’area all’altra: l’opposizione interna alla maggioranza fatta da FLI, per esempio, si mantiene infatti in un ambito socioculturale di centrodestra.

Il telegiornale che nel mese di settembre si è dimostrato maggiormente vicino all’equità, tramite il calcolo dello scarto rispetto alle politiche con il metodo dei minimi quadrati, risulta essere SkyTG24 seguito da TG2 e TG3, mentre i più squilibrati sono stati TGCom e TG4.

Il sentire comune che vuole emittenti come Sky e Rai3 orientate verso sinistra deve quindi essere ricondotto nell’alveo dei dati reali: queste reti costituiscono gli estremi a sinistra di un’informazione prepotentemente orientata a destra, e anzi risultano esse stesse, numericamente parlando, tendenti verso la medesima parte.
Il dato deve far riflettere con attenzione: se l’opinione pubblica percepisce come tendenti a sinistra fonti di informazione vicine all’equità significa che la psicologia dell’ascoltatore medio è tarata sul considerare come obiettiva una fonte in realtà vicina al mondo di destra; probabilmente questa tendenza è maturata nel corso di anni in cui spaccati di informazione analoghi a quello qui presentato si sono succeduti fino a diventare la normalità. In uno dei prossimi inteventi si cercherà di presentare una serie storica tale da suffragare con i dati queste affermazioni.

L’handicap che si ritrovano storicamente ad avere le formazioni di sinistra in termini di rappresentatività nei telegiornali si è sedimentato quindi negli anni in un handicap culturale difficile da combattere, e l’andamento attuale della spartizione dell’informazione nei TG non offre vie di uscita all’interno del mezzo televisivo. Occorrerebbe puntare su mezzi di informazione alternativi, ancora liberi da egemonie di sorta ma al tempo stesso poco pervasivi in un paese dall’elevato digital divide come l’Italia.

Matteo Patané

(Blog dell’autore: Città Democratica)

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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