La Rai dice addio alle proiezioni elettorali?

Pubblicato il 20 Aprile 2011 alle 09:53 Autore: Lorenzo Pregliasco
logo rai

Luca Cesare, project manager di Digis, ha curato le proiezioni relative alle elezioni europee del 2009 per Sky: «sono uno strumento che conserva un’indubbia attrattiva mediatica e giornalistica, e poi la metodologia è più raffinata e affidabile di un exit poll perché si basa su voti effettivamente scrutinati, è una sorta di ‘voto di pietra’ se paragonato al ‘voto di paglia’ che può emergere da un sondaggio».

A differenza del sondaggio, poi, le proiezioni sono in genere pubblicate in più infornate: «sì, è importante poter disporre di più stime nel corso della giornata, che tendono ad allinearsi verso il dato corretto. Anche se, è bene ricordarlo sempre, le proiezioni delineano una tendenza ma hanno comunque un margine d’errore».

Due anni fa, quando Digis condusse per Sky una rilevazione nazionale sulle europee, impiegò 600 sezioni-campione dislocate in tutta Italia: «come si può ben capire è un lavoro complesso, e questo va a incidere sui costi». I costi, appunto; che potrebbero aver inciso nella scelta della Rai. Ma quali sono i fattori che determinano il costo di una rilevazione del genere? «Sicuramente la voce che assorbe più spese è quella di rilevazione, perché a ogni seggio che fa parte del campione è associato un nostro operatore che viene inviato per registrare le preferenze espresse; il secondo capitolo è quello della raccolta e trasmissione dei dati, che avviene per via telematica con un call center; infine c’è un gruppo di analisti che mette insieme i dati e giunge all’elaborazione finale del risultato, quello che materialmente viene pubblicato dai media».

Cesare non nega che, se la Rai rinunciasse a un servizio che in passato ha sempre offerto ai telespettatori, potrebbe venire a mancare qualcosa del servizio pubblico: «teniamo presente che la Rai, a differenza di La7 e Sky, ha una copertura universale, e ha il dovere di fornire all’opinione pubblica un’informazione tempestiva e corretta sia prima delle elezioni sia dopo l’esercizio del voto». Come dire che sarebbe brutto per la tv di Stato abdicare e lasciare il campo ai dati ufficiali del Viminale, prevedibilmente significativi non prima della tarda notte.

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

L'autore: Lorenzo Pregliasco