In Romania la vittoria di Ponta apre nuovi scenari

Pubblicato il 15 Dicembre 2012 alle 19:18 Autore: Livio Ricciardelli
Victor Ponta, politico della Romania

Quel voto ha messo a nudo in maniera evidente la debolezza del Presidente rumeno, che da quel momento è stato considerato dalla stragrande maggioranza dei rumeni un governatore imposto dalla Comunità Europea. Persa la sua autorità, la partita delle elezioni politiche è stata in pratica una sconfitta annunciata in cui le uniche incognite sono state le dimensioni della sconfitta.

Le elezioni sono state ricche di insulti da parte dello stesso Presidente rumeno – che aveva interesse ad alzare i toni – e con poche discussioni sui temi più importanti, proprio perché a Ponta è bastato puntare sul fatto che votare per l’Unione Sociale Liberale avrebbe significato sollevare Basescu dal potere. Una campagna elettorale sotto molti aspetti paradossale, in cui mentre Ponta si è limitato a ricordare gli ultimi 8 anni di presidenza Basescu ed suoi i tagli alle pensioni (del 25% anche quelle minime a persone che spesso non arrivavano a 100 euro al mese) ed ai salari e l’opulenza  e la corruzione dei suoi accoliti che si sono succeduti al governo, il Presidente usava conferenze stampa a reti unificate giornalmente nel suo ruolo istituzionale per insultare l’Usl e per far capire che molto difficilmente avrebbe nominato Ponta primo ministro.

In questo contesto si è giovato del ruolo di terza forza il demagogo Dan Diaconescu, proprietario del canale tv OTV ed alleato non ufficiale proprio del presidente rumeno con il PPD (Partito del Popolo) che ha ottenuto il 14% dei consensi, rispetto al 16% dei voti del ARD di Basescu. Dan Diaconescu ha fatto leva su promesse mirabolanti, al punto da apparire quasi ridicole come quella di promettere 20000 euro a persona a tutti i cittadini rumeni dopo essere stato eletto. Diaconescu avrà però difficoltà a gestire il proprio gruppo parlamentare, dal momento che lui stesso non è entrato in Parlamento e che la stragrande maggioranza dei parlamentari eletti non si considera iscritta al partito, avendo pagato sostanziose somme di denaro solo per essere nelle liste. Molti degli eletti del PPD si presuppone si aggregheranno ad altri partiti a secondo delle convenienze.

Il futuro della Romania si presenta adesso ancora complesso malgrado l’ampia maggioranza elettorale e costituzionale di 2/3 in parlamento del USL per la difficile coabitazione con Basescu. L’obiettivo dichiarato di Ponta è quello di modificare velocemente la costituzione per ridurre e fare chiarezza sui poteri che spettano al Presidente, sottraendogli il controllo su Corte Costituzionale, procure e Servizi: bisognerà vedere quanto il Presidente “giocatore” potrà accettarlo.

La nomina del leader socialdemocratico come primo ministro della Romania non è certa ma è molto probabile, dato il rischio concreto di una nuova sospensione del presidente rumeno. Sospensione che questa volta potrebbe essere definitiva in considerazione del fatto che negare un voto così netto non gli permetterebbe di avere l’appoggio delle istituzioni europee, né dei suoi compagni del Partito Popolare Europeo, Barroso, Merkel e Reading.

I prossimi mesi faranno chiarezza, la partita non è chiusa ma questa volta il Presidente “giocatore”  sembra non  avere molti assi nelle maniche.

di Gianluca Dova

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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