Ucraina, classe media a velocità di marshrutka

Pubblicato il 10 Gennaio 2013 alle 17:36 Autore: Marco Residori

Le serenità familiari trovano inoltre giovamento dagli strusci sabbatici lungo gli illuminati e profumati corridoi di questa generosa dimora di felicità. Certo, il dover recarsi non su comode monovolume, status non ancora fotocopiabile dalle disponibilità dell’ex proletariato urban-rurale, ma su asfissianti e claustrofobiche marshrutka, retaggio di un passato a cui riesce ancora difficile serrare l’uscio, inacidisce leggermente il tragitto, rendendo però al contempo esponenzialmente più entusiasmante l’apparizione.

Certo, il rientrare non in confortevoli villette della periferia residenziale, status non ancora concepito dal nascente gusto urbanistico degli ex-produci-grano sovietici, ma in sudici ed indecorosi appartamenti situati in sovraffollati palazzoni sovietici, retaggio di un passato con cui l’Ucraina vorrebbe fare a cazzotti, inasprisce il ritorno a casa, ri-addolcito immediatamente però dal comfort delle acquisite procure di status. Nulla sembra infatti importare. I palliativi di status, e le nuove rassicuranti identità sociali, sono sufficienti a garantire il rinvigorimento delle momentanee debolezze.

E il batter d’ali di una farfalla? E il tornado in Texas? Nulla importa. No, no, questo importa. Eccome, se importa. Passino la momentanea incapacità di acquisto di una monovolume, passi anche il prolungato soggiorno in unità abitative miserabili, ma il batter d’ali di una farfalla e il tornado in Texas non possono non importare. O almeno così assennatamente dovrebbe essere. L’ebbrezza delle nuove disponibilità di spesa, dei nuovi panieri di status e delle fittizie identità per procura non consentono invece alla nuova pretesa classe media ucraina di realizzare il proprio correre sull’instabilità di un terreno friabile. L’attenzione e la pacatezza dovrebbero essere componenti essenziali della spensierata ascesa su dei fondamenti così delicati. Così però non è. Non ci si accorge, o forse non ci si vuole accorgere, che le miriadi di anziane farfalle, chiamate Maria in Italia, Carmen in Spagna, Catarina in Portogallo, considerata l’inesorabilità del tempo e le acciaccate condizioni in cui le ha relegate la vita, potrebbero infatti, spirando, generare inaspettati battiti d’ali. Il tornado, rapace avversario degli inconsapevoli agiati, prendendosi gioco della friabilità su cui si basa la loro rivincita, scatenandosi, causerebbe così istantaneamente la demolizione delle sicurezze ottenute per procura, lasciando come unico detrito del paniere di status una manciata di patate, un pugno di cavoli e un mezzo litro di vodka, riaprendo definitivamente il baratro da cui si era riusciti ad emergere.

Non ci si accorge inoltre, o non ci si vuole accorgere, che l’inevitabile aumentare dei congedi dal mondo delle Maria, delle Carmen e delle Catarina, esponenziando la forza dei loro battiti d’ali, renderà i tornado sempre più incessanti e i terreni sempre più friabili, generando il collasso della pretesa emergente classe media ucraina e dei suoi panieri di status. Questo, oggi, il rischio di un’economia e di un’identità sociale, imbevute di apparenza e digiune di essenza, basate sull’acrobata equilibrio delle rimesse delle emigranti.

L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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