Erostrato, Twitter e la ricerca della popolarità

Pubblicato il 30 Gennaio 2013 alle 11:22 Autore: L Undici

Tuttavia, man mano che si avvicinano a questi obiettivi, rischiano di cadere in una trappola tanto odiosa quanto pericolosa: credere che la vastità del loro seguito (i “followers”) avalli qualsiasi opinione che essi esprimano. E, poiché molti dei suddetti “followers” la pensano allo stesso modo, si entra in una errata spirale di compiacimento. Sono già accaduti sgradevoli episodi in cui due “twittstars” si sono scontrate tra loro e uno ha zittito l’altro, con l’argomento “mafiosetto”, che quest’ultimo aveva meno “followers”.

Un uso smodato ed eccessivo dei social networks può condurre a costruirsi una vita virtuale alternativa a quella reale, confondendo l’una con l’altra.

Tutto questo può portare a generare illusioni tanto profonde quanto futili, fino al punto che uno può arrivare a credere di stare accumulando fama, potere e autorevolezza che hanno una ricaduta nella vita reale, o, peggio, che sostituiscono la vita reale. E’ importante tenere a mente che, nel mondo fisico e non virtuale, l’immagine che ci si costruisce sulle reti sociali, probabilmente non conta, e “le vacche sacre” si trasformano in persone qualunque. Non bisogna perdere di vista la realtà delle cose. Inoltre, non va dimenticato che questi strumenti virtuali in genere non producono fenomeni di lunga durata, e in qualsiasi momento, così come è arrivata, la fama può svanire in men che non si dica, chi non ha ben chiaro questo, rischia di andare incontro ad un brutto risveglio.

Non è mia intenzione invitare ad allontanarsi dalla vita virtuale. Credo che l’assenza di intermediari nelle reti sociali a cui ho fatto riferimento in precedenza sia stata, senza dubbio, fonte di molti fenomeni positivi. Per esempio, molti artisti hanno potuto presentare il loro lavoro in modo più agile ed economico, e anche totalmente libero. Inoltre, grazie alle reti sociali si è anche creato un interessantissimo spazio di dialogo tra governanti e governati che, a volte, può indurci a mettere in discussione l’esistenza stessa della democrazia rappresentativa. Ma ha anche esacerbato il desiderio di protagonismo, quest’ansia di notorietà, questo complesso di Twitterostrato che, se mal gestito, può farci credere di avere carta bianca, che tutto sia lecito, e portarci un giorno a bruciare un qualche Tempio di Artemide virtuale.

L'autore: L Undici

L'Undici: rivista libera ed indipendente; pubblica articoli originali senza obbedire ad alcuna logica economica, disegno politico o urgenza di attualità. L’Undici propone la massima chiarezza senza perdere la minima complessità.
Tutti gli articoli di L Undici →