Dipendenza da cellulare, un fenomeno in crescita

Pubblicato il 11 Febbraio 2013 alle 20:09 Autore: Nadia Ruggiero

Inoltre il telefonino ci permette di regolare le distanze, in modo da tenere vicini o lontani gli altri a seconda del sentimento prevalente nei loro confronti. Se prevale un sentimento di intimità tendiamo ad usare il telefono per avvicinare l’altra persona; se prevalgono l’insicurezza e la paura del rifiuto o il rifiuto vero e proprio, tendiamo ad usarlo per mantenere le distanze.

In ogni caso le emozioni sono “mediate” e seguono degli schemi maggiormente prevedibili e sicuri rispetto a quelli forniti dall’interazione diretta.

Dietro la comunicazione “mediata” e le opportunità che il cellulare offre oggi può nascondersi anche un modo tutto sommato “comodo” di vivere la realtà, in cui si evita il confronto diretto.

La tendenza è quella ad isolarsi sempre più dal mondo esterno per dare importanza allo strumento in sé, vera fonte di piacere, invece che allo scambio. Paradossalmente questo a volte può avvenire proprio per sopperire alle mancanze della vita reale.

Da strumento per dominare la realtà, dunque, bisogna fare attenzione che il telefonino non si trasformi in mezzo da cui essere dominati. E il passo è breve, talvolta più di quanto si immagini.

L'autore: Nadia Ruggiero

Di origini campane, si è specializzata in Mass Media e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e ha conseguito il master Social Media Marketing & Digital Communication alla IULM di Milano. Giornalista pubblicista iscritta all'Albo, per la testata online Termometro Politico ha inaugurato le rubriche culturali e contribuito alla redazione di numerosi articoli. Come addetta stampa ha curato una campagna di comunicazione per il lancio di un progetto musicale basato sul crowdfunding. Vive e lavora a Bologna.
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