Grillo: urla e potere

Pubblicato il 21 Febbraio 2013 alle 14:32 Autore: Federico De Lucia

Grillo non rappresenta, e non vuole rappresentare, una prospettiva di governo, ma una prospettiva di opposizione. Rappresenta l’esigenza di pulizia di questo paese, e questo si candida ad offrire agli italiani, una volta entrato in Parlamento. Nell’ipotesi, niente affatto scontata, che i suoi si dimostrino più puliti degli altri, il M5S rappresenta, in questo senso, una grande opportunità per il paese. Non per il fatto che farà qualcosa, ma per il fatto che mostrerà a tutti ciò che gli altri fanno.

Bersani sembra averlo capito, esattamente come lo ha capito Crocetta in Sicilia. Se i grillini sono veramente degli integralisti della trasparenza, costringeranno chi governerà ad essere trasparente, e questo certamente provocherà molti scandali e una certa instabilità politica di fondo: senza dubbio contribuirà a disciplinare i nostri rappresentanti. Ma sicuramente farà capire agli italiani anche altre cose, che gli italiani non sanno perché i giornali non ne parlano visto che non fanno vendere copie. Cose che Grillo non si aspetta affatto. Agli italiani sarà mostrato che in Parlamento, a destra come a sinistra, assieme agli incompetenti, ai ladri e ai corruttori, ci sono molte persone capaci, che lavorano intensamente e lo fanno sui temi, grazie alla loro formazione specifica e alla loro esperienza di vita. Idee diverse di paese che si confrontano e che cercano una mediazione.

Agli italiani sarà mostrato che governare non è una cosa facile o banale, e che servono competenze tecniche e una cultura politica per farlo a dovere. Agli italiani sarà mostrato chi ha quelle competenze e quella cultura e chi invece è lì per altri motivi e con altre credenziali. Forse allora gli italiani, oltre a tante altre cose, capiranno che urlare ed insultare non basta. Forse allora gli italiani capiranno a cosa serve la politica, e chi la fa seriamente in questo paese.

A quel punto sarà interessante vedere cosa avverrà nel gruppo grillino. Quando si paleserà in loro il dubbio che in realtà qualcosa di buono c’è, e verrà loro proposto di parteciparvi, e non di stare semplicemente ad urlare, i grillini cosa faranno? Coglieranno l’occasione di partecipare alla produzione delle politiche pubbliche, nel tentativo di trasformare i loro ideali in fatti, oppure, per esigenze elettorali, continueranno a fare l’opposizione urlata? E Grillo a quel punto cosa farà, quando vedrà che alcuni dei suoi saranno tentati dal fare qualcosa di concreto per il loro paese? Si ammorbidirà sui problemi della democrazia interna o continuerà con la sua linea oltranzista? Ecco allora, forse, un’altra cosa che agli italiani verrà mostrata: che cosa significa “democrazia”, che cosa significa “partito politico”, che cosa significa “libertà di pensiero”. E capiranno che forse non è proprio tutto da buttare.