Nei paesi Scandinavi è tempo di elezioni

Pubblicato il 7 Marzo 2013 alle 15:16 Autore: Antonio Scafati

In Finlandia, invece, il governo ha di fronte a sé una serie di ostacoli estremamente concreti: una manovra di bilancio in primavera, un mercato del lavoro che attende riforme, sindacati e imprese che faticano a trovare un’intesa. Timo Soini, leader dei Veri Finlandesi all’opposizione, sabato scorso è arrivato a ipotizzare elezioni anticipate. Per Soini i segnali ci sono tutti: rapporti sempre più tesi tra Partito di Coalizione Nazionale e Socialdemocratici (i due principali partiti di governo, su posizioni molto diverse), aspettative troppo alte, obiettivi irraggiungibili nel giro di poche settimane. Insomma una situazione complicata che potrebbe rivelarsi un vicolo cieco. Il quadro dipinto da Soini appare più fosco di quel che in effetti è: ma è innegabile che a Helsinki il governo abbia di fronte una primavera ricca di sfide.

Peggio sta l’esecutivo danese. Il piano per la crescita presentato la scorsa settimana dalla premier laburista Helle Thorning-Schmidt ha sollevato un polverone. Il passare dei giorni non ha raffreddato gli animi. Giovedì scorso il quotidiano Politiken riportava un sondaggio: il 51% degli elettori del Partito Popolare Socialista ritiene che sia ora di abbandonare il governo. L’Alleanza Rosso-Verde non è intenzionata ad appoggiare un piano che finanzia i tagli alle tasse delle imprese con una riduzione della spesa nel sociale. I Liberali, che invece hanno giudicato positivamente il piano, chiedono sgravi fiscali ancor più massicci per le aziende.  Il partito laburista finisce così per ritrovarsi sotto il fuoco amico e nemico. I sondaggi sono negativi ma questa non è più una novità. Quel che c’è di nuovo è che l’esecutivo guidato dai laburisti deve ormai fare i conti con una accusa precisa: condurre politiche più di destra del governo di destra che l’ha preceduto. La pensano così molti danesi ma anche molti membri del partito socialdemocratico, convinti che questa strada porti solo a un disastro politico.

Incontro a un disastro elettorale sembra avviata pure l’Alleanza Socialdemocratica che governa l’Islanda insieme alla Sinistra Movimento-Verde: le elezioni di fine aprile si avvicinano ma il partito non riesce a invertire la rotta e sarebbe sceso al 12,8%. I due partiti conservatori sono avanti: al 29% il Partito Indipendentista, al 26,1% il Partito Progressista. Gli indecisi restano tanti ma l’esito elettorale sembra già scritto.

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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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