Parliamo di signoraggio bancario

Pubblicato il 20 Marzo 2013 alle 16:25 Autore: RockEconomics

Sia i correntisti che depositano il denaro in banca, che le banche che erogano prestiti alle imprese, beneficiano di un tasso di interesse sul prestito effettuato. Tale tasso di interesse è fissato dalla Banca Centrale, mediante il fissaggio del livello del Tasso di Interesse Nominale (che in un mondo ideale dovrebbe fluttuare attorno al tasso di crescita del PIL, a livello accademico il 2% viene considerato un tasso accettabile)

Ciascuna banca è obbligata per legge a detenere, in forma di moneta liquida o di depositi nella Banca Centrale, una certa percentuale dell’ammontare totale dei depositi (e quindi dei potenziali prestiti) creati dai correntisti, denominata Riserva Obbligatoria. La Riserva Obbligatoria è un limite inferiore, al di sotto del quale non può scendere il rapporto tra depositi e quantità di circolante detenuta dalla banca. Facendo altrimenti, rischia di non poter onorare i propri debiti nei confronti dei correntisti, andando quindi in fallimento per crisi di liquidità (non sono in grado di soddisfare le richieste di contanti dei correntisti).

Quindi, stabilite riserve per il 5%, se una banca ha depositi per 100, deterrà riserve per 5.

Come regola generale, si tenga presente che il volume di transazioni effettuate dalle banche a livello finanziario (senza  movimentazioni fisiche di moneta), costituisce un multiplo molto grande delle riserve obbligatorie detenute da ciascuna banca. Questo in base al principio empiricamente verificato che non vi sono assalti di correntisti che rivogliono TUTTO il loro contante, TUTTI nello stesso momento.

Quando accadono cose di questo tipo, vuole dire che c’è una crisi profonda in atto e le banche falliscono (una delle classiche “profezie autoavveranti”).

Proprio per evitare queste spiacevoli situazioni, spesso le riserve detenute effettivamente dalle banche sono maggiori di quelle stabilite per legge: oggetto di regolamentazione è quindi il valore minimo obbligatorio.

Punto terzo: l’emissione di moneta.

Considerato che tutte le banche operanti in un territorio fanno riferimento alla Banca Centrale, questa ha il ruolo di “banca delle banche”, in quanto detiene presso di sé l’ammontare delle varie Riserve Obbligatorie, e di fatto anche di controllore della correttezza delle condotte delle singole banche che le fanno capo. Presiede alla politica monetaria attraverso la variazione del Tasso d’Interesse Nominale, regolando quindi il flusso e l’entità totale di Risparmio e Investimento (i prestiti a vantaggio delle imprese), e in definitiva della quantità totale di denaro presente nel sistema economico – cioè, dell’inflazione.

Inoltre, la BC è del tutto indipendente dal governo statale nella gestione della politica monetaria, o meglio, più è indipendente, meglio svolge il proprio lavoro di controllo dell’inflazione. Per quale motivo? Se così non fosse, il Governo potrebbe causare un’inflazione rampante nel sistema economico, a furia di autofinanziarsi le proprie spese e cercando di creare consenso per la rielezione. Una BC indipendente, quindi, è immune da logiche di consenso e può svolgere il proprio compito più efficacemente.

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