Comunali 2011: il voto ai partiti

Pubblicato il 26 Maggio 2011 alle 10:43 Autore: Matteo Cavallaro

Passiamo ad analizzare il dato diviso per aree geografiche. Al centro-nord il centrosinistra sopravanza il centrodestra di quasi 16 punti. Questo non deve stupire: come si vede dalla tabella è già avvenuto nel 2009, e nel 2006 il risultato fu anche superiore. Del resto, ad esclusione di Milano e Novara, negli altri comuni interessati dal voto il centrosinistra da sempre gode di un discreto vantaggio. La cosa davvero interessante però è notare come rispetto al 2009 il centrodestra abbia un vero e proprio tracollo: dal 42.6% al 34.9%. Il Terzo Polo si limita in pratica a confermare i voti dell’UdC (che pare venire cannibalizzata dagli alleati) mentre la grandissima sorpresa è il movimento di Grillo, capace di raccogliere un insperato 5.5%. Difficile immaginare un flusso diretto dal centrodestra al Movimento 5 Stelle, soprattutto tenendo conto di altre analisi che abbiamo pubblicato su questo stesso sito. Dopo tanta fatica il movimento di Vendola mette infine anche le radici al Nord con il 5.4% (non raggiungeva il 3% né alle scorse regionali, né alle europee).
Il crollo del centrodestra è più segnatamente quello del PdL. Se al centro-sud le altre liste di sostegno (come vedremo) riescono a fermare l’emorragia, non così avviene al Nord. Questo compito sarebbe dovuto essere svolto dalla Lega Nord, che però fatica e viene anzi trainata giù assieme al PdL.

Al sud invece, grazie alla forza trainante delle liste d’appoggio, il centrodestra è primo. Questa dinamica si era già riscontrata nel 2010 e rispetto ad allora sia cdx che csx sono in calo a favore del Terzo Polo (evidentemente rinvigorito dal risultato di Napoli, Benevento e Crotone). Tuttavia appare anche qui molto a macchia di leopardo e vi sono non pochi dubbi sulle sue reali possibilità di tenuta in un’elezione maggiore. Non solo: il riepilogo non tiene conto del diverso peso ottenuto dall’UDC in coalizione o da sola. Proviamo quindi a vedere come si comporta nei due diversi casi.

Se facciamo la media tra i soli comuni in cui il Terzo Polo si è effettivamente schierato unito e compatto, il risultato peggiora: 6.6% A risentirne è in particolar modo l’UDC (ferma al 2.8%), la quale ottiene invece performance notevoli in alleanza con il centrodestra (8%). Proviamo però a vedere se questo sia dovuto ad un effetto geografico distorsivo. Del resto il terzo Polo si è presentato unito soprattutto al Nord, dove l’UdC è tradizionalmente più debole. Usiamo come metro di paragone solo le Europee, per avere una data univoca ed evitare quindi anche un effetto di distorsione temporale. In realtà l’UDC migliora nei posti in cui è rimasta alleata del centrodestra e peggiora, a favore degli alleati, dove si presenta come Terzo Polo, così come dove si presenta assieme al centrosinistra. La stessa dinamica la riscontriamo confrontandoci con le comunali precedenti. L’UdC cresce (anche se di poco) alleandosi con il centrodestra. Il Terzo Polo come entità autonoma, insomma, è poco più di una UdC allargata. Il traino dei centristi è l’alleanza con il centrodestra al Sud. La formazione finiana, Futuro e Libertà, esce invece molto delusa dall’appuntamento elettorale. Anche solo considerando i comuni capoluogo in cui si è presentata si assesta poco sopra al 2%. Decisamente poco per il partito del Presidente della Camera.

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