In Scandinavia una Pasqua tra sondaggi e scioperi
Svezia e Norvegia hanno passato una Pasqua senza turbolenze politiche. A Oslo i sondaggi continuano a ripetere che le elezioni del prossimo 9 settembre le vincerà Erna Solberg e il suo partito della Destra. In Svezia l’appuntamento elettorale è ancora lontano (si vota nel 2014) ma Stefan Löfven, leader dei socialdemocratici oggi all’opposizione, sembra avere gli occhi fissi sull’obiettivo. Nel corso di una lunga intervista rilasciata venerdì all’Expressen, Löfven ha affrontato tanti temi: dagli obiettivi concreti (scuola, piena occupazione) alle turbolenze interne (l’ala più a sinistra del suo partito lo incolpa di voler tirare verso il centro). Ma soprattutto Stefan Löfven ha parlato di tasse: “Alle elezioni del 2014, il nostro messaggio deve essere chiaro: non ci sarà alcun aumento delle imposte con un governo socialdemocratico”. Segno che, ovunque, è sulla politica fiscale che si vincono e si perdono le elezioni.
Ma prima di arrivare alle urne ci sono altre tappe da superare. Martedì si è aperto infatti il congresso nazionale dei laburisti e Löfven dovrà sciogliere più di un nodo: nel partito, ad esempio, ci sono idee diverse su come combattere la disoccupazione giovanile, ma anche sui nomi per il comitato esecutivo. Per Stefan Löfven, alla guida dei suoi dal gennaio dell’anno scorso, quello apertosi due giorni fa a Göteborg è il primo vero congresso che si trova ad affrontare. Nel discorso d’apertura, Löfven ha dichiarato che se i laburisti vinceranno le prossime elezioni entro il 2020 la Svezia avrà il tasso di disoccupazione più basso d’Europa. Oggi la percentuale dei senza lavoro è 8,5%. Per raggiungere quell’ambiziosissimo traguardo c’è dunque tanta strada da fare. Ma prima bisogna vincere le elezioni.