Ma non dovrà essere un nuovo ’93

Pubblicato il 31 Maggio 2011 alle 23:12 Autore: Livio Ricciardelli

- Cagliari: il voto cagliaritano ha elementi sorprendenti quasi come Milano, per quanto con diverse e ovvie proporzioni: da sempre città di centrodestra, nel primo turno Zedda si trovava avanti a Fantola di meno di 500 voti. Nel secondo turno ha staccato di quasi venti punti il suo avversario, rendendo la tornata elettorale sorprendente, così come in molte altre parti d’Italia,  sia per la vittoria sia per come, in termini di voti, questa vittoria è stata ottenuta.Un particolare che ci piace sottolineare è che la campagna cagliaritana è stata contraddistinta da correttezza e da buon gusto con una partecipazione popolare, all’interno del centrosinistra, insperata. Da questo punto di vista non è da escludere come elemento positivo la giovane età di Zedda e il suo profilo percepito come integerrimo e competente. Da segnalare che il candidato del centrodestra Fantola altri non è che il leader dei Riformatori Sardi, movimento politico che, alla stregua degli ultimi giapponesi rimasti in guerra contro il nemico nel bel mezzo degli anni ’70, rappresentava l’ultimo enclave della vecchia esperienza del Patto Segni del 1994, sfortunata e irripetibile esperienza terzista. C’è da pensare che questa netta sconfitta elettorale possa influire molto e deteriorare ulteriormente la forza e il radicamento di un movimento che da nazionale aveva assunto sempre più i contorni di piccola forza politica regionale.

– Trieste: Cosolini è il primo sindaco ex Pci del capoluogo del Friuli-Venezia Giulia. E ha battuto una personalità come Roberto Antonione, già presidente di Regione e politico di spicco (fu anche coordinatore nazionale di Forza Italia) del centrodestra. L’alta affermazione del centrosinistra a Trieste porta a pensieri analoghi a quelli cagliaritani considerando che, per quanto le giunte Illy furono uno dei simboli della riscossa progressista dei comuni negli anni ’90, la città aveva assunto col sindaco di centrodestra Roberto Dipiazza la nomea di città di centrodestra sia per un buon lavoro politico svolto sia per una discreta attività amministrativa capace di porre il sindaco uscente come vero big della politica regionale (basti pensare che Dipiazza è stato anche sindaco di Muggia e apparve quanto mai simbolico il fatto che ottenne in Parlamento, nel corso del quarto scrutinio per eleggere il Presidente della Repubblica, 3 voti nel 2006). Il controllo della città di Trieste, insieme a quella di Pordenone ottenuta nel corso di questo turno, e della città di Udine retta dal civico di sinistra Furio Honsell può apparire come un buon punto di partenza in vista delle regionali del 2013 quando il centrosinistra tenterà di sfilare la presidenza della Regione a Renzo Tondo.

(per continuare la lettura cliccare  su “3”)

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →