Ma non dovrà essere un nuovo ’93

Pubblicato il 31 Maggio 2011 alle 23:12 Autore: Livio Ricciardelli

- Altri dati: come hanno giustamente osservato alcuni analisti, dal punto di vista pratico il problema del centrodestra rischia di essere non tanto Milano, nel senso che la disfatta della maggioranza di governo è stata così eclatante da portare a sconfitte o comunque a dati difficilmente prevedibili. Novara, da dieci anni governata da un sindaco leghista, torna al centrosinistra, e la vittoria in provincia di Pavia di Daniele Bosone ha del clamoroso. Così come ciò che avviene nell’hinterland milanese e nel varesotto: il centrosinistra vince sia a Gallarate, dove sfidava il candidato del Pdl sia a Rho (fondamentale per l’Expo), dove sfidava il candidato della Lega Nord. Lo stesso dato di Varese (ricordiamo che il sindaco uscente Attilio Fontana si era fermato al primo turno al 49,3% dei voti) testimonia un netto arretramento della Lega e di tutto il centrodestra che non raggiungono il 54% in uno dei centri urbani dove il Carroccio va forte quasi come nella provincia. Nella provincia di Macerata la vittoria di Pettinari dell’Udc, sostenuto dal centrosinistra, ben potrà portare a “fantasticazioni” su una futura alleanza Pd-Udc anche a livello nazionale, mentre a Crotone il centrosinistra, pur non vincendo nettamente al primo turno come nel 2006, sconfigge nettamente Dorina Bianchi in una campagna elettorale decisamente da dimenticare per l’ex senatrice democratica. L’operazione politica di Renata Polverini non regge alla prova dei ballottaggi e sia il comune di Sora (FR) sia quello di Terraccina (LT) vedono la vittoria dei candidati ufficiali del Pdl. Ma ciò potrà spingerci ad un altro tipo di considerazione.

– Qualche considerazione di carattere nazionale e conclusioni: il vento pare effettivamente cambiato. Potenzialmente la vittoria milanese dovrebbe consentire un cambiamento dello scenario politico nazionale, come spesso è accaduto nel corso della storia. Anche se una fine imminente dell’attuale esecutivo appare cosa quanto mai remota. Se a Milano è stato fatto un risultato clamoroso e storico a Napoli si è registrato un dato inatteso che ha consentito di “salvare” una città da una destra considerata poco raccomandabile. A questo vento si aggregano i dati storicamente in controtendenza di Cagliari e Trieste e ciò genera un meccanismo a valanga che porta molto spesso a dati difficilmente giusticabili. E’ interessante notare tra l’altro che ora le quattro città principali del paese hanno quattro sindaci di diverse sensibilità politiche: uno del Pdl, uno del Pd, uno dell’Idv e un indipendente di sinistra. Una prova di come sia cambiato lo scenario politico nazionale a livello di partiti. Il Pd e il centrosinistra ora possono formalmente levarsi di torno quella erronea fama di “perdenti a prescindere”, mentre il centrodestra probabilmente dovrà stare attento a scongiurare il rischio implosione e dovrà lavorare ad una conseguente ridefinizione del Pdl. Questo però ci spinge ad un altro tipo di considerazione più generale che ben si è manifestata nel corso di questo turno amministrativo. Infatti in casa Pdl strane manovre fanno pensare ad una forma di smarcamento di alcuni settori nei confronti di Berlusconi se non ad un vero e proprio, seppur parziale, fuggi fuggi generale. Considerando la contingenza non ottimale per il centrodestra già alcuni esponenti politici escono alla scoperto con ardite operazioni: ecco dunque voci di un lavorìo di Alemanno teso a chiedere addirittura gruppi autonomi capaci di imbarcare i finiani delusi come Ronchi ed Urso; ci sono gli scajoliani che finalmente possono chiedere la fine del triumvirato;  il gruppo di Liberamente che supporta Ferrara nel chiedere sia gli stati generali del Pdl sia primarie per la successione, e poi casi come quelli della Polverini da non sottovalutare, in cui non solo un esponente del Pdl, dopo pochi mesi dalla sua elezione, dà vita a liste autonome, ma addirittura le schiera in certi comuni contro il Pdl. Quasi un tentativo di “mettersi in proprio”. E in molti notano uno sfaldamento notevole se si considerano che alcuni soggetti politici interni al Pdl in molte amministrazioni hanno presentato il proprio simbolo – anche se il più delle volte comunque in sostegno ai candidati del centrodestra (è il caso del Nuovo Psi o dei Popolari Liberali di Giovanardi, o ancora di quella Forza del Sud generata dalla strana coppia Miccichè-Carfagna). Così come la lista del governatore calabrese Scopelliti che, anche se l’operazione non è comparabile con quella ben più scaltra della Polverini, ha ottenuto un buon successo in Calabria. Insomma, il Caimano rinasce dalle ceneri ed è bravo a dare il meglio di sé nei momenti di difficoltà. Nonostante tutto nell’ambiente circostante, lo stesso che si è tenacemente attaccato a Milano in chiave anti-Pisapia, emergono strani ed inquietanti segnali. Con un centrosinistra che pare avere non solo più credibilità ma anche più voglia di definire in maniera rinnovata il perimetro e i criteri con cui definire una futura alleanza per il governo. Sperando che questo “splendido 2011” non sia un po’ come la tornata amministrativa del 1993. (Che poi è solo un modo da fighetti per dire: speriamo non sia una vittoria di Pirro)

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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