I tre motivi dietro la nomina di Alfano

Pubblicato il 6 Giugno 2011 alle 08:40 Autore: Livio Ricciardelli
I tre motivi dietro la nomina di Alfano

Tre invece sono le principali caratteristiche di questa nomina e le principali motivazioni che possono aver portato a questa scelta. In primo luogo c’è l’espediente mediatico: il centrodestra è reduce da una delle peggiori sconfitte della sua storia da quando è iniziata la parabola politica berlusconiana. Lungi dall’offuscare del tutto l’esito delle elezioni, che tra l’altro inizialmente sembravano capaci di compromettere la stessa esistenza dell’esecutivo, la nomina di Alfano, e l’importante decisione di istituire la figura di un segretario all’interno di un soggetto politico berlusconiano, consente di parlare d’altro. In secondo luogo la nomina di Alfano dà, o almeno spero di dare, linfa nuova al partito: la scelta sull’esponente politico siciliano non è casuale e del resto Berlusconi non si sarebbe mai permesso di correre il rischio di dover togliere un suo fedelissimo alla giustizia. Infatti secondo la concezione del centrodestra (resta da capire se ciò ha effettivo riscontro nell’elettorato) Alfano ha una buona reputazione di politico giovane e preparato. In parole povere, appare presentabile. Da qui il tentativo di “svecchiare” il partito e di renderlo almeno apparentemente più dinamico. Infine la nomina di Alfano può essere letta non solo in prospettiva ma anche come “atto potenziale” del Pdl: da oggi è chiaro che potenzialmente può esserci una successione a Berlusconi. Resta da vedere se tutto ciò assumerà le vesti dell’iniziativa politica o di quella meramente comunicativa. E soprattutto bisognerà vedere come Alfano eserciterà questo ruolo. Perché, anche se può apparire come contradditorio, curiosamente un incarico nuovo di zecca di questo tipo all’interno di un movimento d’impronta berlusconiana può essere del tutto inutile (in quanto, come ha scritto Ferrara, alla fine decide tutto “iddu”) o una vera svolta del centrodestra e del sistema politico italiano. Sulla strada, magari, di un bipolarismo maggiormente maturo e capace di non prescindere da una singola personalità politica.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →