Milano, analisi del voto

Pubblicato il 7 Giugno 2011 alle 11:06 Autore: Matteo Patané
pisapia milano

L’enormità dell’assurdità delle accuse rivolte a Pisapia scatenarono un’ondata di riflusso in rete di proporzioni colossali, che travolse le accuse del centrodestra in un oceano di satira fino a seppellirle e renderle sostanzialmente innocue. Iniziarono a circolare battute che davano a Pisapia la colpa degli eventi più assurdi – dal riscaldamento globale al ritardo a scuola – che vennero poi raccolte su siti, blog e gruppi Facebook. In questo modo chiunque diventava sostenitore di Pisapia, chiunque partecipava attivamente alla sua campagna elettorale: una battuta ironica e divertente scritta su Facebook da un abitante di Messina alle quattro del mattino diventava un atto politico di sostegno a Pisapia, grazie ad una rapida e capillare diffusione dei dati. Il Pisapia candidato scompariva quindi fino a diventare una sorta di figura mitologica colpevole delle nefandezze più assurde… e così facendo non si faceva altro che mettere in ridicolo proprio la Moratti ed i suoi sostenitori, riducendo le loro affermazioni alla stregua delle battute fiorite nel web.

L’instant poll condotto da Termometro Politico per il ballottaggio, dimostratosi poi estremamente preciso nello stimare i risultati reali con un errore inferiore al mezzo punto percentuale, ha evidenziato un predominio assoluto del candidato del centrosinistra – circa il 60% – tra i giovani fino ai 34 anni e le persone dotati dei titoli di studio più alti. Il nesso con l’importanza avuta dal web in questa campagna elettorale è evidente.

Confronto del voto a Milano
Comunali 2006 – Comunali 2011

Il primo dato rilevante è l’affluenza: il numero di voti validi – prendendo a confronto il primo turno – appare in modesto calo rispetto al 2006, con una diminuzione di circa 23.000 unità. Per una città come Milano, si tratta di una quota decisamente bassa.

Il riepilogo del voto cittadino mostra un risultato impietoso per il centrodestra sotto la Madonnina: la coalizione berlusconiana in sostegno a Letizia Moratti perde infatti circa 70.000 voti rispetto al 2006, una vera debàcle che non fa che aggravarsi se si guarda alle prestazioni del candidato stesso, che fa segnare un -80.000 nel confronto con il sé stesso di cinque anni prima.

Chi ha imputato la pessima prestazione della Moratti al primo turno tuttavia solo allo scarso appeal del candidato trova tuttavia smentite le sue ipotesi: anche nel 2006 la Moratti ottenne circa due punti in meno delle liste in suo sostegno, ma superò il 50%: ad essere mancata nel centrodestra, nel 2011, è stata la componente politica, ed in particolar modo il PdL. La formazione berlusconiana lascia sul campo quasi 80.000 voti, passando dal 40,87% di FI e AN al 28,62%. Ancora primo partito cittadino, ma con appena 600 voti di vantaggio sul Partito Democratico. Non bastano certo i voti recuperati dalla Lega Nord, in saldo positivo di quasi 35.000 preferenze ma anch’essa in calo su consultazioni più recenti, a colmare una simile voragine: anche le liste civiche di centrodestra accusano un sostanziale calo, per non parlare della nascita del Terzo Polo.

Come ovunque nel nord, la nuova formazione centrista si rivela un flop: se l’UdC riesce a contenere i danni, è altrettanto vero che la nuova coalizione non sfonda attestandosi intorno al 5%: abbastanza per entrare in Consiglio, ma non per essere politicamente determinante.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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