Referendum: (il)legittimo impedimento

Pubblicato il 9 Giugno 2011 alle 07:39 Autore: Francesca Petrini
riforma della Giustizia tribunale

2002, falso in bilancio i decreti delegati emanati all’inizio del 2002 abbassano le pene (rendendo la prescrizione più breve), rendono il falso perseguibile solo a querela del socio, azionista o creditore, fissano soglie amplissime di non punibilità. Il risultato è che tutti i processi del Premier per falso in bilancio vengono cancellati o perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” o perché il reato è estinto grazie alla prescrizione ormai lampo;

2002, cirami introduzione del concetto di “legittima suspicione”, in base al quale i processi vengono spostati dalle procure più scomode;

2003, lodo schifani è il primo tentativo di far passare una sospensione dei processi per le più alte cariche dello Stato; nel gennaio 2004 il lodo viene giudicato incostituzionale;

2005, ex cirielliriduce la prescrizione per gli incensurati e trasforma la detenzione in custodia cautelare per gli ultrasettantenni. La legge prescrive circa 150.000 processi: la prescrizione per frode fiscale passa da 15 anni a 7 e mezzo, per la corruzione, anche giudiziaria, passa da 15 a 10;

2006, legge Pecorella – vieta al pubblico ministero di appellare le sentenze di proscioglimento; dichiarata incostituzionale per ingiustificata alterazione del trattamento paritario dei contendenti, in termini di adeguatezza e proporzionalità;

2008, lodo alfanoaltro tentativo di sospensione dei processi, alla vigilia del processo Mills, delle più alte cariche dello Stato. Il lodo viene bocciato nel 2009 come incostituzionale.

legittimo impedimento

Dunque, un segnale chiaro e forte di disapprovazione verso questa politica che, forse più di ogni altra, può definirsi anti politica, laddove questa la si intenda in senso democratico, ovvero egualitario e pluralista, è tanto più significativo oggi: il Governo e la maggioranza, infatti, stanno cercando di aggirare pure la legge sul legittimo impedimento, con l’approvazione, già intervenuta alla Camera dei deputati, di una disposizione che prevede una modifica della cd. Legge Cirielli del 2005, introducendo un’ulteriore riduzione dei termini di prescrizione per i reati commessi dagli incensurati. L’iter del disegno di legge sul c.d. processo breve è stato articolato e complesso. Dopo l’approvazione da parte della Camera, che ha profondamente modificato il testo originario, il ddl torna ora al Senato con significative modifiche, in particolare quelle all’articolo 3, comma 2, di modifica dell’articolo 161 c.p., secondo cui la sospensione e la interruzione della prescrizione anziché avere effetto per tutti coloro che hanno commesso il reato, si applicano solo ai procedimenti nei quali, alla data di entrata in vigore della legge (ovvero, al momento, del ddl), è già stata pronunciata sentenza di primo grado. Tra l’altro, si noti che con il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, il legislatore ha stabilito che “l’assenza di precedenti condanne per altri reati a carico del condannato non può essere, per ciò solo, posta a fondamento della concessione delle attenuanti generiche”; ora, lo stesso legislatore, all’articolo 3 della proposta di legge sulla prescrizione breve, afferma che l’incensuratezza, per ciò solo, impone una prescrizione più breve del reato.

Ora, però, ammettendo il referendum, la Corte costituzionale ha riposto nelle mani dei cittadini l’onere di porre fine a questa gestione personalistica dello Stato e della giustizia. Il 12 e 13 giugno, votando Sì all’abrogazione dell’ennesima legge ad personam del Presidente del Consiglio, ogni cittadino potrà democraticamente contribuire a sancire, ancora una volta, che davvero tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e che non ci sono zone d’ombra nell’ordinamento giuridico italiano. Votare Sì significa anche aprire una seria prospettiva di cambiamento rispetto all’attuale Governo, che tiene immobilizzato il Parlamento e l’intero Paese per risolvere le questioni giudiziarie del Premier, senza alcun interesse per le emergenze che drammaticamente affliggono la maggioranza dei cittadini italiani.

 

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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