La Finlandia è ancora senza governo

Pubblicato il 16 Giugno 2011 alle 09:30 Autore: Antonio Scafati
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Poi, tra fine maggio e inizio giugno, la situazione precipita. Per la seconda volta. Non c’è accordo sulle tasse. I Socialdemocratici abbandonano i colloqui e si portano dietro anche l’Alleanza di Sinistra. Per Katainen, già messo alle strette dalla stampa, si tratta di un duro colpo al quale cerca di reagire con prontezza dando vita al suo ‘piano C’: chiede al Partito di Centro di sedersi al tavolo con le piccole forze rimaste, ovvero il Partito Popolare Svedese, i Verdi e i Cristiano Democratici. Le perplessità a questo punto esplodono. Il Partito di Centro è il grande sconfitto delle elezioni: Mari Kiviniemi, leader del partito ed ex primo ministro, si era già messa l’animo in pace dichiarando che dopo il disastroso risultato elettorale non restava altro che rassegnarsi a passare quattro anni all’opposizione. Invece le ipotesi si moltiplicano nel giro di poche ore. Timo Soini fa capire a Katainen di essere disponibile a riprendere un dialogo. E per un partito che potrebbe rientrare, un altro se ne va: sono i Verdi, non disposti a prendere parte a un governo costruito sull’alleanza tra il Partito di Coalizione Nazionale e il Partito di Centro. E così tutto si ferma ancor prima di iniziare.

Morale della favola, a Helsinki sono ancora al punto di partenza. Sono trascorsi quasi due mesi dalle elezioni eppure non c’è ancora un governo. Mai la Finlandia aveva aspettato tanto per avere un nuovo esecutivo: l’attesa più lunga è datata 1987, ma stavolta Katainen sta battendo ogni record. Il presidente Tarja Halonen si è detta preoccupata così come preoccupato è Oli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, secondo il quale Helsinki necessita di un nuovo governo al più presto.

Finlandia

Il 7 giugno Katainen ha incontrato i rappresentanti dei gruppi parlamentari e ha ottenuto da loro il nulla osta a guidare ancora i colloqui. Stavolta però si tratta di un via libera a tempo determinato. Katainen ha annunciato di voler ritentare la strada di un governo a sei: Partito di Coalizione Nazionale, Partito Socialdemocratico, Alleanza di Sinistra, Lega Verde, Partito Popolare Svedese, Cristiano Democratici. Le consultazioni sembrano partite col piede giusto: gli scogli che hanno fatto naufragare il secondo tentativo sembrerebbero essere stati smussati, ma ogni scenario è ancora possibile. Tra tutti il più drastico sarebbe quello che vede Katainen rimettere il mandato, che passerebbe a Jutta Urpilainen, leader dei socialdemocratici. Toccherebbe a lei gestire i colloqui, formare un nuovo governo e poi guidarlo. È una situazione limite, ma il tempo scorre e forse questo limite non è così lontano.

 

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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