Musicraiser, ultima frontiera della musica indipendente

Pubblicato il 24 Aprile 2013 alle 13:40 Autore: Nadia Ruggiero

In America si è già affermato con Kickstarter, noto sito web di raccolta fondi lanciato quattro anni or sono per la realizzazione di videogame, film e progetti di vario genere. Ora il crowdfunding, ovvero il finanziamento – in inglese, funding – da parte della gente comune – da crowd, folla – di progetti in fase embrionale arriva anche in Italia. E, nonostante ancora se ne parli poco, tutto fa pensare che questo innovativo sistema di sovvenzionamento sia destinato a crescere.

A ottobre dello scorso anno è nato Musicraiser, il primo sito italiano di raccolta fondi dedicato esclusivamente alla musica. Fondato da Giovanni Gulino – voce del gruppo Marta Sui Tubi – e dalla sua compagna Tania Varuni, Musicraiser è fruibile, oltre che nella versione in italiano, anche in inglese e in tedesco. Ma come funziona?

La piattaforma di Musicraiser permette agli artisti, affermati e non, e ai soggetti che si muovono intorno ad essi (case discografiche, associazioni, ecc.), ovvero al Creator, di presentare al pubblico, previa approvazione, un progetto da realizzare, come un album, un video, un tour o un festival. Il Creator fissa l’obiettivo economico che intende raggiungere e stabilisce la durata della campagna fondi, che può variare da uno a due mesi. Il progetto, corredato da un video, entra a far parte del circuito di Musicraiser, che lo rende visibile attraverso il proprio sito web e i social network Facebook e Twitter. Tramite un apposito widget, l’artista può condividerlo sul suo profilo Facebook e darne così la massima diffusione alla propria rete di fan.

Che cosa ricevono i sostenitori, chiamati Raiser, in cambio del loro apporto alla realizzazione del progetto? Oltre a sentirsi parte di un progetto in cui si crede e contribuire alla realizzazione di un sogno, in cambio del loro contributo economico essi ricevono delle vere e proprie ricompense, come lezioni di chitarra, la prevendita o il download dell’album, un autografo, l’ingresso ad un concerto, e così via, a discrezione di chi lo propone.

Su http://www.musicraiser.com/it/explore è possibile seguire l’evoluzione dei progetti, cioè visualizzare, per ciascuna campagna in corso, l’obiettivo minimo prefissato dall’artista, l’importo raccolto fino a quel momento, l’obiettivo raggiunto in percentuale, il numero di Raiser che hanno contribuito e i giorni che mancano alla chiusura. L’ammontare richiesto per la loro realizzazione può andare da poche centinaia a diverse migliaia di euro.

Nel quantificare la somma da ottenere conviene che i Creator siano realistici e credibili, poiché Musicraiser applica la regola del “Tutto o niente”: l’artista o la band ricevono il denaro solo se raggiungono o superano l’obiettivo economico che si sono prefissati. In questo caso Musicraiser trattiene il l0% degli incassi più l’IVA e i costi di transazione, l’artista incassa il resto. Se, invece, una campagna fondi non va a buon fine, sia Musicraiser che l’artista non guadagnano nulla, mentre chi ha sostenuto l’iniziativa viene rimborsato del proprio denaro senza alcun costo aggiuntivo.

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L'autore: Nadia Ruggiero

Di origini campane, si è specializzata in Mass Media e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e ha conseguito il master Social Media Marketing & Digital Communication alla IULM di Milano. Giornalista pubblicista iscritta all'Albo, per la testata online Termometro Politico ha inaugurato le rubriche culturali e contribuito alla redazione di numerosi articoli. Come addetta stampa ha curato una campagna di comunicazione per il lancio di un progetto musicale basato sul crowdfunding. Vive e lavora a Bologna.
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