Musicraiser, ultima frontiera della musica indipendente
[ad]La recente comparsa di Musicraiser, come ogni innovazione al suo esordio, è stata accompagnata da qualche polemica. Tuttavia le potenzialità di questo strumento sono notevoli. Musicraiser offre la possibilità a band o artisti esordienti di presentarsi al grande pubblico senza che sia necessaria l’approvazione delle case discografiche, spesso chiuse all’innovazione e condizionate da esigenze di mercato puramente commerciali. Facciamo anche il caso di artisti più noti. Musicraiser permette loro di produrre musica indipendente e ai loro fan di diventare coproduttori.
Per dirla con le parole di Gianni Maroccolo, che grazie al contributo di 622 Raiser ha raccolto oltre ventisettemila euro per la produzione del suo Vdb23/nulla è andato perso, superando ampiamente l’obiettivo economico prefissato inizialmente, si tratta di un’avventura davvero indipendente: musica che vuole arrivare ai destinatari bypassando alcuni anelli della tradizionale “filiera”. Un esperimento per sondare, anche a beneficio di un popolo intero di musicisti indipendenti, la possibilità di produrre arte anche in Italia – come già in Inghilterra, Francia, Germania ed Usa è possibile da anni – senza discografici, senza marketing e distribuzione, senza intermediari per la vendita. Perché i diritti di proprietà intellettuale con Musicraiser restano, naturalmente, nelle mani degli artisti.