In Norvegia la destra assedia il governo

Pubblicato il 30 Giugno 2011 alle 17:20 Autore: Antonio Scafati
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Le politiche ambientali sono legate a doppio fino a quelle energetiche. A pagare per tutti è stato Terje Riis-Johansen, sostituito a inizio marzo da Ola Borten Moe alla guida del ministero del Petrolio e dell’Energia, uno dei dicasteri più importanti a Oslo. La poltrona di Riis-Johansen traballava da almeno un anno: l’ipotesi di trivellare tra le isole Lofoten e Vesterålen, e i tralicci sull’Hardangerfjord, sono stati il colpo di grazia. Stoltenberg ne ha approfittato per dare respiro al proprio governo affidando la poltrona a Ola Borten Moe, l’astro nascente del Partito di Centro, che con tutta probabilità raccoglierà il testimone dalla leader Liv Signe Navarsete coinvolta in prima persona dallo scandalo che ha colpito il partito a fine anno, quando è stato scoperto un giro di finanziamenti illeciti.

Il governo ha vissuto così per tutto l’inverno, prima di tornare a lavorare serenamente. Questioni di per sé non grandissime lo sono diventate, tanto che alcuni commentatori hanno descritto gli ultimi mesi come un periodo durante il quale la maggioranza ha affrontato problemi ‘autoinflitti’. Soprattutto durante l’inverno, la gente ha dato l’impressione di perdere fiducia nell’esecutivo: a gennaio il partito socialdemocratico era accreditato del 26,3%, contro il 35,4% ottenuto alle politiche del 2009. La ripresa c’è stata durante la primavera.

Protagonisti di una cavalcata trionfale nei sondaggi sono stati i due partiti conservatori. La Destra è guidata da Erna Solberg. Il Partito del Progresso da Siv Jensen: due donne che da mesi danno la caccia a Stoltenberg. La Destra in questi mesi ha consolidato il proprio seguito ed è diventata ormai una forza politica di prim’ordine: il partito rappresenta ormai un’alternativa concreta. Erna Solberg sta riuscendo a  riportare la Destra ai fasti degli anni ’80. Altrettanto esplosiva è stata la crescita del Partito del Progresso, formazione populista che fa della lotta all’immigrazione il proprio cavallo di battaglia. A gennaio, con il 27% dei voti, il partito nei sondaggi era la maggiore forza politica del paese. La scalata è stata stoppata bruscamente a fine marzo, quando è scoppiato il ‘caso Birkedal’. Trond Birkedal, esponente di rilievo del partito, candidato sindaco nella città di Stavanger, è stato arrestato con l’accusa di aver ripreso di nascosto degli uomini nudi nel proprio bagno e di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne. È stato costretto a uscire di scena. Siv Jensen, molto vicina a Birkedal, non ha gestito bene la faccenda e il suo partito ne ha pesantemente risentito in termini di consensi. I sondaggi di giugno lo piazzavano intorno al 14%: una vera e propria frana. A giovare di questa situazione è stata la Destra, a cui si sono rivolti gran parte degli elettori delusi dal Partito del Progresso: il consenso nei confronti di Erna Solberg e soci nei sondaggi di giugno è arrivato addirittura al 32,5%.

La Destra cresce, il Partito del Progresso si contrae: poco male, il blocco conservatore mantiene numeri importanti. Alle prossime elezioni politiche l’alleanza Solberg-Jensen (sempre che sia la Jensen a continuare a guidare il partito) insidierà seriamente il premier Jens Stoltenberg. Destra e Partito del Progresso hanno molti punti in comune ma anche molte vedute differenti: una su tutte, come spendere i soldi ricavanti dal petrolio, e quanti spenderne. Ma di sicuro si presenteranno alle elezioni pronti a riportare a destra la Norvegia.

 

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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