Una manovra stop & go

Pubblicato il 5 Luglio 2011 alle 09:08 Autore: Francesca Petrini

Cosa c’è nei provvedimenti economici recentemente approvati dal Governo: linee generali

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Ad ogni modo, per quanto concerne le misure previste nella manovra, sebbene già si discuta di tassa addizionale sui Suv, regime di favore per i giovani imprenditori, prelievi sul trading e sulle transazioni finanziarie, per una riflessone a riguardo più ponderata e precisa bisognerà sicuramente attendere la pubblicazione del testo del decreto legge in Gazzetta Ufficiale. Allo stesso tempo, vale la pena soffermarsi sin da ora su un tema, quello dei c.d. “costi della politica”, che pare aver infiammato più ardentemente il dibattito in seno al Consiglio dei Ministri. Si sono infatti schierati da una parte il Ministro per l’attuazione del programma Rotondi, sostenuto dalla Prestigiacomo, e dall’altra il Ministro Tremonti, spalleggiato tra gli altri da Sacconi, Brunetta, Brambilla e Romano. Più volte nel corso della discussione sono stati citati i giornalisti Stella e Rizzo, rei confessi di esser stati autori di un “racconto” dei parlamentari come “casta” e, più volte, con toni accesi, è intervenuto il Ministro dell’economia ricordando che “non puoi ridurre se non autoriduci”. È proprio su questo punto che la riunione è stata sospesa, per riprendere solo più di un’ora dopo, con Tremonti che, mediatore indiscusso, ha concluso le trattative annunciando che, per adeguare i costi della politica italiana alle “prassi europee”, sarà istituita una commissione guidata dal presidente dell’Istat: come ha poi sottolineato il Presidente del Consiglio Berlusconi, a partire dalla prossima legislatura, e tenendo fermi “i diritti acquisiti”, il costo della politica italiana prenderà a riferimento la media dei “sei grandi paesi dell’area euro”. In aggiunta, sempre sul tema e finora in maniera non definitiva, si sono previsti tagli agli aerei di Stato e alle auto blu, un 10% in meno al finanziamento dei partiti, una riduzione dello stipendio dei ministri e l’election day, con l’accorpamento delle elezioni nazionali e amministrative e con l’esclusione delle consultazioni referendarie.

manovra

Per quanto invece concerne l’approvazione del disegno di legge delega di riforma del fisco, si tratta di una delega di durata triennale, da attuare nel vincolo dell’“invarianza dei saldi economici e finanziari” e che, nel testo del disegno, si compone di 10 articoli. Senza entrare nel dettaglio del disegno di legge, del quale si tratterà in un momento successivo e specifico, in linea generale si tenga conto che quanto all’Irpef, è stabilito sin da ora il principio delle tre aliquote fissate al 20, al 30 e al 40%, da applicarsi però su una base imponibile più ampia, ovvero depurata da molte delle oltre 470 detrazioni e deduzioni stratificatesi nel tempo; per l’Iva si prevede una rimodulazione delle aliquote con attenzione agli effetti inflazionistici; per l’Irap, si conferma il principio della sua graduale cancellazione; per le rendite finanziarie si prevede il passaggio al 20% dell’aliquota, con l’eccezione dei titoli pubblici ed equivalenti. In sostanza, i settori che appaiono più colpiti sono quelli dei ministeri (chiamati a rivedere la struttura del proprio bilancio), della sanità (il cui fondo nazionale sarà ridotto come risultato della riduzione dei costi standard) e degli enti locali (soggetti a forti tagli a partire dal 2014, nonostante l’allentamento dei vincoli del patto di stabilità per i Comuni virtuosi). Si noti che per l’attuazione dei decreti attuativi della delega è prevista la costituzione della commissione bicamerale dei trenta, così come avvenne per la delega fiscale del 2003. Inoltre, fino al completamento della riforma e per i tre anni successivi, un’apposita normativa “transitoria” escluderà “inasprimenti fiscali rispetto ai regimi fiscali garantiti dalla legislazione pregressa”. Dunque, così come è strutturata la riforma nel disegno di legge delega, essa non pare servirà a poco: fino al suo completamento, infatti, continueranno ad applicarsi le disposizioni vigenti e, più in generale, fino al completamento del processo di riforma costituzionale, resteranno garantiti gli attuali meccanismi di finanza fiscale, ovvero “la progressiva riduzione dell’Irap sarà compensata, d’intesa con le regioni, da trasferimenti o compartecipazioni”.

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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