Una manovra stop & go

Pubblicato il 5 Luglio 2011 alle 09:08 Autore: Francesca Petrini

Cosa c’è nei provvedimenti economici recentemente approvati dal Governo: linee generali

sondaggi politici SWG, neoliberismo, manovra

Tornando quindi alla manovra, tema di più prossima attenzione nell’attività parlamentare, nei prossimi giorni ne conosceremo nel dettaglio le voci e ne daremo un giudizio più ponderato. Al momento, l’impressione è quella che i risparmi di spesa si siano concentrati laddove era più facile fare cassa e, dunque, che ci sia forse da riflettere meglio su quell’accusa mossa nei confronti dell’esecutivo dall’ormai ex governatore di Bankitalia, Mario Draghi, secondo il quale la conoscenza da parte del Governo della mappatura della spesa del Paese è scarsa. A riguardo, se è necessario che i cittadini siano a conoscenza delle singole misure di contenimento e della loro incidenza, sarebbe anche interessante capire quale sia il motivo per cui, nell’ambito di questa manovra (ma non solo) ancora nessuna analisi e nessun dibattito serio si siano aperti circa un’ipotetica ed eventuale eliminazione delle Province. Oppure, ancora, quale sia la ratio per cui il Parlamento stia esaminando un disegno di legge che punta a limitare una delle poche deregulation che funziona, quella delle parafarmacie, mentre a parole il Governo tanto si batte per le liberalizzazioni.

Un dato su tutti rimane certo: se in genere è sempre stato Silvio Berlusconi il canale di comunicazione e mediazione tra il Ministro dell’economia e il resto della compagine governativa, questa volta è stato lo stesso Tremonti che, abbandonate le vesti del ragioniere tutto preso a far quadrare i conti, ha dato mostra di essere politico capace di sintesi fra i colleghi di governo: con il ministro Brunetta addirittura sorrisi; con la Meloni e la Carfagna, parole di rassicurazione; per la Gelmini, nessun taglio. L’unica discussione più accesa, messa da parte quella sui “costi della politica”, ha visto protagonisti il Ministro dello sviluppo economico Romani e quello degli esteri Frattini, né l’uno né l’altro piuttosto convinti del trasferimento dei dipendenti dell’Istituto del commercio estero (Ice) alle ambasciate. Nemmeno con la Lega il Ministro dell’economia si è trovato più di tanto in difficoltà: sui tagli ai Comuni e sul decreto rifiuti “salva-Napoli” è infatti valsa a poco la protesta del Ministro Calderoli, dal momento che il suo partito ha visto soddisfatte le proprie richieste in merito alla revisione del patto di stabilità per i c.d. Comuni virtuosi. In sostanza, a conclusione di un Consiglio dei Ministri dove le decisioni sono state prese collegialmente ma non troppo, Berlusconi dichiara che sulla manovra non ci sarà nessuna blindatura preventiva, che si discuterà in Parlamento e che “valuteremo anche le proposte dell’opposizione”, ma alla fine “ci sarà il voto di fiducia”. E intanto, se l’“alternativa” si oppone ma, nell’indecisione, non si capisce chi è e dove va, dopo la pubblicazione del decreto legge in Gazzetta Ufficiale, la manovra urgente “per la stabilizzazione finanziaria” approderà all’esame di Palazzo Madama per tornare alla Camera prima della pausa estiva e incassare rapidamente il via libera definitivo. La conferenza dei capogruppo di Montecitorio ha già calendarizzato al 25 luglio prossimo l’approdo in Aula del ddl di conversione.


Si veda E. Morando, Manovra: il Pd che vuole?, su Il Riformista del 1/7/2011.

 

L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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