Milano in emergenza duplice omicidio in un bar dell’hinterland

Pubblicato il 16 Maggio 2013 alle 12:13 Autore: Gianluca Mercuri
deflazione

Milano: a pochi giorni dal fatto di cronaca nera che ha sconvolto il capoluogo della Lombardia, con l’aggressione e l’assassinio di quattro cittadini da parte di un uomo armato di piccone, una sparatoria in un bar scuote l’area meneghina.

Teatro del duplice delitto è però questa volta l’hinterland milanese. All’alba un uomo di 38 anni, Davide Spadari, incensurato, ha sparato ad altri due uomini, Rocco e Salvatore Pratalotta, 48 e 23 anni, padre e figlio, a Casate.

Il presunto omicida è stato catturato dalle forze dell’ordine a Cuggiono, nelle vicinanze, mentre si stava allontanando a piedi. Recuperata anche l’arma del delitto. L’assassino, tuttora sotto il torchio degli investigatori, non ha opposto resistenza.

La causa del folle gesto pare essere legata ad un forte rancore che l’omicida provava nei confronti delle due vittime, che per inciso erano datori di lavoro del trentottenne. Secondo quanto riportato dall’Ansa l’uomo avrebbe già fatto parziali ammissioni, giustificando il suo gesto con presunte continue e pesanti vessazioni subite sul lavoro da parte delle due vittime.In particolare il più anziano dei due titolari avrebbe soltanto ieri, al termine dell’ennesima discussione tra i due, licenziato Spadari. I tre lavoravano per una azienda edile impegnata nei tanti cantieri aperti in vista dell’Expo.

I due casi di violenza estrema registrati nell’ultima settimana appaiono profondamente diversi dal punto di vista del movente, al netto delle indagini in corso. Se infatti per il caso del ghanese sembra farsi strada la follia psichiatrica, in questa circostanza pare esserci una premeditazione conseguente al licenziamento, creata giorno dopo giorno da litigi, ingiurie e screzi.

In entrambi i casi, però, la disperazione provocata da una condizione di vita disagiata – che sia dovuta ad un continuo isolamento od alla minaccia di perdere il lavoro – pare essere la scintilla scatenante del raptus omicida. Su questo, più che su sterili strumentalizzazioni politiche legate alla cittadinanza degli assassini, forse, sarebbe più utile concentrarsi onde evitare il ripetersi di simili gesti.

Milano come il far west? A giudicare dai dati comunicati alla fine dello scorso anno dalla Questura pare di no. Il numero dei reati complessivi è sceso nel 2012 del sette per cento, i casi di omicidio però sono in leggero aumento (31 vittime in provincia lo scorso anno a fronte delle 29 del 2011). Aumentano invece esponenzialmente i casi di usura, cresciuti dell’83% in un solo anno, complice ancora una volta la disperazione legata alla crisi economica.

Gianluca Mercuri