Europa League 2012-13: un bilancio finale

Pubblicato il 19 Maggio 2013 alle 11:20 Autore: Emanuele Vena

Delusioni. Qui l’elenco è decisamente più lungo. Tra le squadre che avrebbero potuto fare di più, le italiane occupano certamente la prima fila. D’altronde, se l’Italia continua a sprofondare nel ranking, la colpa è anche dell’atteggiamento “snob” assunto nei confronti dell’EL. 5 anni dall’ultima semifinale (Fiorentina nel 2008) e 14 dall’ultimo trofeo (Parma nel ’99, quando si chiamava ancora Coppa Uefa ed esisteva ancora la Coppa delle Coppe) sono davvero troppi.

Prestazioni negative per tutte, eccezion fatta per la Lazio, che ha ben recitato il ruolo di “ammazzatedesche” (eliminando Stoccarda e Borussia Mönchengladbach e cercando di salvare l’onore dinanzi al sempre maggiore divario tra il calcio nostrano e quello teutonico), per poi pagare a caro prezzo gli ultimi dieci minuti del quarto di finale d’andata in casa del Fenerbahce.

Male l’Inter che, nonostante l’eroico ottavo di finale di ritorno in casa con il Tottenham, ha totalmente sbagliato l’approccio nella gara di Londra. Idem l’Udinese che, nonostante un girone di ferro con Anzhi e Liverpool, ha gettato al vento la storica vittoria all’Anfield Road, perdendo poi per due volte con i meno temibili svizzeri dello Young Boys. Malissimo il Napoli, qualificato per il rotto della cuffia nel suo girone e poi letteralmente umiliato dal Plzen. Oltre alle italiane, deludenti anche le prove di squadre come Marsiglia, PSV, Twente, Sporting Lisbona ed Athletic Bilbao (eliminate ai gironi), Lione, Liverpool, Ajax, Atletico Madrid e Bayer Leverkusen (fuori ai sedicesimi), Zenit ed Anzhi (ko agli ottavi). Per non parlare delle disperse CSKA Mosca (vincitrice nel 2005 e ai quarti di finale di CL appena 3 anni fa) ed Apoel (l’anno scorso giunta sino ai quarti di CL), fuori addirittura ai playoff.

Statistiche. L’unica voce in cui il calcio italiano ottiene una piccola rivincita riguarda la classifica marcatori. Il bomber di coppa è infatti il laziale Kozak (con 8 reti in 10 presenze, oltre ai 2 gol negli spareggi), uno score che fa da contraltare alle zero marcature in campionato: come direbbe l’Avvocato Agnelli, un ruolino da “bello di notte”. Dietro all’attaccante ceko c’è un altro “italiano”, il napoletano Cavani (7 reti in 7 gare, con un gol ogni 66 minuti, media straordinaria), a pari merito con uno dei grandi delusi della serata dell’Amsterdam Arena, il bomber del Benfica Cardozo, (autore peraltro del gol del momentaneo 1-1), con 7 reti in 9 partite. Il re degli assist è invece Stocker del Basilea, a quota 7, seguito dall’interista Guarin con 6.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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