La confusione regna sovrana. Tranne che a Vasto

Pubblicato il 20 Settembre 2011 alle 16:22 Autore: Livio Ricciardelli
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Vasto rischia di diventare una location simbolo per la sinistra italiana.

Lungi dal paragonare il tutto agli storici incontri di Teano, ma alla festa dell’Italia dei Valori nella cittadina abruzzese si è avuto, anche dal punto di vista dell’immagine, la rappresentazione plastica di una probabile e futuribile alleanza di centrosinistra alternativa al governo Berlusconi.

Il dibattito a tre tra il padrone di casa Antonio Di Pietro, il leader di SeL Nichi Vendola e il segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani però è stato accompagnato da misteri e polemiche.

Di Pietro aveva avuto il coraggio politico di invitare gli altri partner della coalizione alla kermesse dell’Idv per ottenere un confronto diretto sui temi più stringenti dell’attualità politica. Quasi un modo per tagliare la testa al toro e impacchettare davanti ai media e alle forze politiche lo schieramento che l’ex pm predilige.

L’invito inizialmente è stato accolto in maniera tiepida da Bersani che in effetti il giorno prima era impegnato a Berlino, dove ha avuto modo di incontrare il leader dei socialdemocratici tedeschi Sigmar Gabriel. Si profilava dunque, come un anno fa, la presenza di Rosy Bindi a Vasto che del resto, se escludiamo qualche strascico post elezioni regionali, ha molto spesso preso le difese di Vendola nel periodo in cui nel centrosinistra alcuni settori tendevano a mettere in discussione la sua ricandidatura alla guida della regione pugliese.

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Col tempo però le incomprensioni sono state superate, complice forse la pubblicazione della notizia sui giornali, e a Vasto abbiamo avuto modo di osservare la troika Bersani-Vendola-Di Pietro ricevere applausi e ovazioni.

Tutto ciò ovviamente ha allarmato alcuni settori del principale partito d’opposizione e soprattutto ha visto la reazione sdegnata di Pierferdinando Casini che oggi come mai temporeggia e cerca di ragionare in chiave tattica per meglio definire la più conveniente strategia delle alleanza da adottare.

Il tutto però ben evidenza uno stato della politica italiana che più che di profondo malessere appare di profonda confusione. In molti infatti, sia a destra che a sinistra, non sanno che fare e tendono quindi a demonizzare scenari sistemici che rischiano di concretizzarsi.

Del resto è evidente come la situazione attuale del centrosinistra sia del tutto diversa rispetto a quella dell’opposizione al governo Berlusconi dal 2001-2006. Allora leadership (per quanto poi formalizzata dalle primarie del 16 ottobre 2005) e confini della coalizione erano chiari e gli unici dubbi potevano sorgere riguardo la peculiare situazione di Rifondazione Comunista e Di Pietro che erano corsi da soli alle politiche del 2001. In questo caso, almeno fino all’incontro di Vasto, i confini della coalizione non erano molto chiari ne tantomeno la leadership. O almeno: la partita delle primarie non avrà un esito scontato e certo almeno alla luce della situazione attuale.

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L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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