In Italia si vince senza bomber
Pur distinguendosi dalla Juventus a proposito della solidità difensiva (40 reti subite, seconda difesa a +8 dal Verona), la distribuzione dei gol realizzati parla chiaro. 78 reti (miglior attacco) con 15 calciatori a segno, unica squadra della serie cadetta insieme al Livorno ad avere ben 4 elementi in doppia cifra (gli attaccanti Pavoletti, Boakye e Berardi e il difensore rigorista Terranova) appaiati a quota 11 e lontanissimi (19° posto) dal capocannoniere di categoria (Cacia del Verona, con 24 reti).
Anche qui si può notare la mano del nuovo allenatore, il 43-enne Eusebio Di Francesco, che ha impostato un 4-3-3 spumeggiante ed offensivo. Un netto cambio rispetto al predecessore Pea, che aveva portato nel 2011-12 i nero-verdi sino ai playoff, trascinati soprattutto dai gol del bomber Sansone (20 reti, 1/3 dei gol totali realizzati dal Sassuolo 2011-12).
Il trionfo finale del “collettivo” versus “grandi bomber” è ancor più evidente analizzando un altro elemento di congiunzione dei 3 campionati presi in considerazione (Serie A 2011-12 e 2012-13 e Serie B 2012-13). La classifica cannonieri è stata sempre vinta da un calciatore della squadra piazzatasi al secondo posto: Cavani del Napoli (quest’anno) ed Ibra del Milan (la stagione precedente) in serie A, Cacia del Verona nella B 2012-13.
Morale della favola: al netto della necessità di un impianto difensivo solido, oggi in Italia la caccia spasmodica al bomber (che contagia molti club) dati alla mano non sembra essere la strada obbligata per il trionfo finale.