Confederations Cup: atto finale

Pubblicato il 30 Giugno 2013 alle 15:13 Autore: Emanuele Vena

Domenica è giorno di finali, per quanto riguarda la Confederations Cup 2013, la cui nona edizione volge così al termine. Alle 18 ora italiana andrà in scena la finale per il 3° posto, che vedrà l’Italia di Prandelli sfidare l’Uruguay, mentre alle 21 (sempre ora italiana) sarà la volta della finalissima tra la Spagna ed i padroni di casa del Brasile.

Gli azzurri arrivano alla “finalina” dopo aver destato un’ottima impressione in semifinale, arrendendosi ai campioni del Mondo e d’Europa della Spagna solamente ai calci di rigore (stesso epilogo dei quarti di finale di Euro 2008, competizione poi vinta dagli iberici), dopo una gara estremamente equilibrata, a dispetto dei pronostici della vigilia.

La truppa di Prandelli dovrà però fare i conti con l’infermeria piena: oltre ai rossoneri Balotelli ed Abate (già rientrati in Italia), mancheranno anche gli juventini Pirlo, Marchisio e Barzagli. In forte dubbio anche la presenza di De Rossi, Gilardino e Chiellini (usciti malconci dalla gara contro le Furie Rosse) nonché Giaccherini (che ha abbandonato anzitempo l’ultimo allenamento). Contro la Celeste potrebbe esserci spazio quindi per le seconde linee, in particolar modo giocatori che non hanno ancora esordito nella competizione (Astori) oppure hanno racimolato pochi minuti (El Shaarawy, Cerci e Diamanti).

L’Uruguay dovrebbe presentarsi con la stessa formazione che ha ceduto al Brasile nei minuti finali. L’unico dubbio riguarda il laziale Gonzalez, uscito acciaccato dalla gara contro i verdeoro. Per il suo posto sono in corsa anche Perez e Gargano.

I precedenti tra Italia e Uruguay sono leggermente favorevoli a questi ultimi: 2 vittorie azzurre, 3 pareggi e 3 successi uruguaiani. L’ultimo precedente risale ad un anno e mezzo fa, 0-1 per l’Uruguay in amichevole a Roma. L’ultimo successo azzurro è invece targato Italia ’90, 2-0 ai quarti di finale del Mondiale giocato in casa. Raramente spettacolari, in termini di risultato, le sfide tra le due squadre: 15 reti complessive (7 azzurre, 8 sudamericane), meno di 2 a partita.

Nella finalissima del Maracanà si sfideranno le due squadre che hanno trionfato a punteggio pieno nei rispettivi gironi di qualificazione, cioè Spagna e Brasile. Le Furie Rosse restano imbattute da ben 26 gare (20 vittorie e 6 pareggi). Da segnalare anche l’ottima fase difensiva (miglior difesa del torneo, con un solo gol subito nella gara d’esordio contro l’Uruguay), mentre lo score realizzativo (miglior attacco della competizione, con 15 reti realizzate) è “gonfiato” dalla goleada inflitta alla malcapitata Tahiti.

Per il Brasile è invece la terza finale consecutiva di Confederations (dopo aver vinto le altre due, rispettivamente nel 2005 e 2009), torneo in cui i verdeoro hanno collezionato ben 11 vittorie consecutive (l’ultima gara non vinta risale al 2-2 contro il Giappone, terza gara del girone di qualificazione della Confederations 2005). L’imbattibilità generale è salita a 10 gare (4 pareggi e 6 vittorie, di cui ben 5 nelle ultime 5 partite).

Entrambe le squadre hanno perso l’ultima gara in un’amichevole contro l’Inghilterra: il Brasile a febbraio scorso (1-2), la Spagna addirittura nel novembre 2011 (0-1). Otto invece i precedenti tra le due finaliste: 4 vittorie per il Brasile, 2 per la Spagna ed altrettanti pareggi. L’ultimo scontro diretto risale addirittura a 27 anni fa (1-0 per il Brasile al Mondiale di Messico ’86). Per quanto riguarda la Confederations Cup, la Spagna non ha mai vinto il trofeo (un terzo posto nell’unico precedente, quello del 2009), a differenza del Brasile che è invece la squadra con più successi (ben 3 su 8 edizioni già concluse).

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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