Uscire dall’incantesimo

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 alle 09:49 Autore: Fabio Chiusi
Uscire dall’incantesimo

Chissà. Forse Vittorio Mangano è davvero un eroe. I diari che Marcello Dell’Utri vorrebbe fossero di Mussolini sono davvero di Mussolini. Forse al Giornale fanno solo giornalismo d’inchiesta. Perché non c’è nessun conflitto di interessi. Forse davvero i quotidiani e le televisioni sono di sinistra, così come undici giudici della Corte Costituzionale, il presidente della Repubblica («sappiamo da che parte sta») e tutti i magistrati che hanno indagato Silvio Berlusconi negli ultimi quindici anni. Forse erano e sono davvero complottisti, toghe rosse. Forse è davvero persecuzione. Forse Mani Pulite è stata una manovra per portare coscientemente al potere il comunismo demolendo il potere costituito per via giudiziaria in maniera pretestuosa e interessata. Forse quella che ha portato la Prima Repubblica alla rovina è stata una classe di statisti, prima che di corrotti.

Chissà. Forse la Padania esiste davvero. Forse Garibaldi era un massone, un criminale, un maiale. Forse dovremmo tutti celebrare l’anniversario di Lepanto, quando i valorosi soldati cristiani respinsero l’avanzata dei conquistatori musulmani. Chissà, forse ciò che è stato allora dovrebbe ripetersi oggi. Forse per fare la pace, in questo paese, basta unpranzo. Forse le nostre scuole pubbliche dovrebbero riempirsi del Sole delle Alpi o dare più spazio a chi nega la possibilità di esistenza delle camere a gas, riduce il numero degli ebrei morti nei campi di concentramento a poche migliaia e sostiene che Hitler con la “soluzione finale” non abbia niente a che fare. Magari in dialetto. Magari senza che gli immigrati, gli “altri”, i “diversi”, superino un certo numero. E senza che i loro genitori possano usufruire dello stesso aiuto che lo Stato offre agli italiani, quelli veri, quelli che si battezzano nel Po, con un’ampolla.

Chissà. Forse parlare di mafia fa male al paese. Forse tra tre anni il Governo avràsconfitto il cancro, per decreto o con un voto di fiducia. Forse il Tg1 è un esempio di servizio pubblico imparziale e indipendente, e i suoi ascolti aumentano diminuendo. Forse davvero bastano Gasparri e Cicchitto per dare un commento esaustivo e plurale della giornata politica. Forse davvero è meglio che i partiti si spartiscano la Rai come i territori a Risiko, piazzando una bandierina qua e qualche carro armato di là. Forse chi dissente è davvero comunista. Forse è proprio Feltri l’erede di Montanelli, come dice la poltrona su cui siede. Forse è proprio colpa di Facebook se un pazzo aggredisce il presidente del Consiglio o se un direttore rischia la pelle. Forse davvero siamo passati «dal ciclostilato al post». Noi, i brigatisti da click.

Forse, da ultimo, quando qualcosa non funziona è sempre colpa degli altri mentre i meriti sono sempre i propri. O forse tutto questo è una grande impostura, che nasconde l’incapacità di prendere in pugno il paese e cambiarlo. Il frutto avvelenato di una stagione che, nata tra le promesse, sta morendo di minacce. E allora, se così fosse, il primo passo è uscire dall’incantesimo, sputare fuori il veleno prima che finisca per annebbiarci del tutto la vista. Prima che, a furia di riscrivere gli eventi, se ne dimentichi l’ordine, la storia, la logica. Prima che si smetta di guardare.

(Scritto per FareFuturo Web Magazine; blog dell’autore: il Nichilista)


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