Fini e il mistero del delfino diseredato

Pubblicato il 7 Ottobre 2011 alle 14:00 Autore: Livio Ricciardelli

Infatti in piena tempesta Tangentopoli l’Msi sostanzialmente non solo fu premiato dagli elettori per il suo atteggiamento intransigente nei confronti di una classe politica colta con le mani nel sacco, ma traeva linfa proprio dall’essere quella “forza politica anti-sistema” che non aveva partecipato alla Costituente e non aveva mai condiviso esperienze di governo.

In questo senso le elezioni amministrative del 1993 sono un emblema: un sistema politico è di fatto già crollato ma non ne è stato ancora edificato uno nuovo (Berlusconi scenderà in campo il 24 gennaio 1994) e ciò porta a situazioni paradossali in molti comuni: in certi casi si va al ballottaggio sinistra “riformista” contro sinistra “radicale” (basti pensare al Castellani vs Novelli di Torino o al Bianco vs Claudio Fava di Catania) ma in altri comuni, non reggendo la Dc e tutto il Pentapartito, l’Msi si pone come potenziale alternativa e come polo di destra in un ipotetico schema bipolare (Fini e la Mussolini che arrivano al ballottaggio rispettivamente a Roma e a Napoli).

Ma ciò non basta per “costituzionalizzare” del tutto un partito che si proclamava erede della Repubblica Sociale Italiana. Dovrà arrivare Berlusconi con la sua operazione politica tesa a incanalare nel gioco politico italiano due forze considerate fuori dagli schemi come l’Msi e la Lega Nord di Umberto Bossi. Il più grande merito che i sostenitori del premier attribuiscono al Cavaliere, colui che ha consentito l’unico sbocco possibile per delineare un sistema bipolare basato sul principio dell’alternanza di governo.

Forse si sarebbe arrivati ad una costituzionalizzazione e ad una legalizzazione della destra italiana, sfruttando una fase transitoria tra il 1987 e l’avvio di Mani Pulite, proprio grazie a Trantino e alla sua destra così poco sociale e così tanto conservatrice e a tratti reazionaria. Una destra che forse avrebbe potuto fare a meno del fenomeno Berlusconi.

Questo schema di certo dovrebbe considerare molti altri aspetti (come la presente e forte componente rautiana dell’Msi che addirittura nel 1990 riesce a scalzare Fini dalla sua posizione di leadership nel corso del congresso di Rimini) ma al tempo stesso è sintomatico di come i destini della politica siano molto spesso opera del caso, degli umori e dei desideri inconfessabili di alcune personalità politiche.

 

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L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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