Fondazione An: immobili in affitto per fare cassa

Pubblicato il 12 Agosto 2013 alle 20:02 Autore: Redazione
fondazione an

Sia chiaro, il consiglio di amministrazione della fondazione non è il solo a gestire un patrimonio così considerevole, eppure un partito politicamente “inesistente” fino a poco tempo fa riceveva ancora finanziamenti pubblici.

In realtà, la FAN è in attività: è editrice del giornale Il Secolo d’Italia e ha ricevuto, nel 2012, rimborsi elettorali per 65 milioni su conti intestati a An. Allo stato attuale – secondo il Corriere – la fondazione gestisce “45 milioni di euro in immobili e 50 milioni di euro in patrimonio non immobiliare”.

Tra i componenti del CdA risultano gli attuali parlamentari Ignazio La Russa (ora Fratelli d’Italia), Maurizio Gasparri, Altero Matteoli e l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (PdL). Dunque si tratta di una fortuna divisa tra le due anime del centrodestra italiano, non ancora consolidatesi (FdI non sostiene l’attuale esecutivo). Ne è stato invece escluso l’ex presidente di Montecitorio Fini, dopo il celebre affaire Montecarlo che l’ha letteralmente inguaiato.

Franco Mugnai

Franco Mugnai, ex senatore An e presidente della FAN, ha detto: “Noi non siamo un ente di lucro. Abbiamo una nostra finalità: dare il massimo supporto a programmi e ideali che furono di An e in parte anche di chi le ha dato vita. Il nostro compito è accertarci che questi valori siano testimoniati quotidianamente e che abbiano la più ampia diffusione possibile”.

Primo dovere risulta quello di “conservare il patrimonio: negli ultimi anni tra tasse, manutenzione ordinaria e straordinaria, la spesa è stata di 1 milione e 300 mila euro, 480.000 solo l’ultimo anno. – ammette Mugnai -. Le sedi sono in affitto, sì, aspettiamo di valutare l’interesse e poi decideremo. Certo, ci sono alcune sedi che hanno rappresentato un evidente punto di riferimento nella storia della destra: in via Sommacampagna è difficile che ci vada un’estetista. Ma insomma, staremo a vedere”.

La Russa giura che non verrà consegnato neanche un vano a “partiti o associazioni di sinistra”. Al di là delle preferenze sui futuri affittuari, la fondazione spera di poter rimpinguare al più presto le sue casse: c’è da mantenere un patrimonio, più che il consenso.

L'autore: Redazione

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