Elezioni, economia e rimpasti di governo: la settimana scandinava

Pubblicato il 16 Agosto 2013 alle 10:25 Autore: Antonio Scafati

A conti fatti cambia poco negli equilibri politici. Il Partito Popolare Socialista guadagna un dicastero e a cederlo sono i laburisti. Basterà questo rimpasto a far cambiare marcia all’esecutivo? Se la mossa sortirà gli effetti che Thorning-Schmidt si augura lo si capirà presto. Non tanto attraverso i sondaggi, ma contando i voti delle elezioni amministrative in programma a novembre. Sarà un voto locale, vero, ma come sempre capace di far capire ugualmente lo stato di salute di un governo.

A oggi la situazione è precaria: secondo uno dei sondaggi più recenti, i socialdemocratici sono al 17 per cento, il Partito Popolare Socialista al 3,7 per cento, la Sinistra Radicale all’8 per cento. L’Alleanza Rosso-Verde (che assicura al governo un appoggio esterno) è all’11,8 per cento. SI votasse oggi non ci sarebbe storia, vincerebbe largamente  il centrodestra dove a fare la voce grossa è sempre più il Partito Popolare Danese, che per la prima volta nella sua storia si arrampica fino al 20 per cento. Significa che è il secondo partito del paese, subito dopo i Liberali al 27 per cento.

La premier danese Helle Thorning-Schmidt

La premier danese Helle Thorning-Schmidt

Fatto il rimpasto, sono arrivate anche le interviste. La premier Thorning-Schmidt ha dichiarato che ci sono motivi per guardare con ottimismo al futuro: la crisi non è finita ma la Danimarca è tornata in pista, ha detto. La crescita resta bassa, ma la fiducia dei consumatori è data in ripresa e la bassa inflazione contribuisce a un aumento dei salari e a una maggiore circolazione del denaro. Il governo dovrebbe presentare a breve una proposta di bilancio contenente una riduzione del carico fiscale, utile a dare un ulteriore slancio all’economia danese. A spingere in questa direzione sarebbe l’Alleanza Rosso-Verde. Staremo a vedere: è proprio sull’economia, del resto, che all’interno del governo emergono le ruggini più insidiose.

Di bilancio si discute pure in Finlandia. Secondo le previsioni del ministro delle Finanze Jutta Urpilainen, il debito pubblico continuerà a salire. L’anno prossimo toccherà quota 59,2 per cento per arrivare a 59,9 per cento nel 2015: a un soffio cioè dal 60 per cento stabilito dai parametri del Trattato di Maastricht. Helsinki si avvicina a livelli raggiunti solo durante la profonda crisi degli anni ‘90. E anche stavolta è la crisi economica a metterci del suo: il debito pubblico finlandese nel 2008 era pari al 34 per cento del Pil. In cinque anni le cose sono profondamente cambiate. Le prospettive insomma non sono rosee.

La laburista Jutta Urpilainen, a capo del dicastero delle Finanze, ha dichiarato che l’economia finlandese potrebbe ritrovarsi in una situazione peggiore di quella vissuta proprio nei bui anni ’90. Anche per questo nei giorni scorsi il primo ministro Katainen se l’è presa con le polemiche che da qualche tempo avvelenano i rapporti tra socialdemocratici e Partito di Coalizione Nazionale, le due anime principali del governo: basta sterili litigi, ha dichiarato Katainen, bisogna concentrarsi sulle questioni centrali del paese. E ha aggiunto di avere un ottimo rapporto con Urpilainen, la quale negli ultimi tempi ha dovuto incassare più di una critica per il suo modo di gestire l’economia statale.

Anche Olli Rehn, commissario europeo agli Affari economici, è entrato nel dibattito. Rehn ha ricordato come Bruxelles abbia chiesto alla Finlandia di attuare riforme che aumentino la competitività del sistema-paese, così da produrre crescita e occupazione. I binari su cui ci si dovrebbe muovere sono una politica fiscale non soffocante, il sostegno all’educazione e incentivi all’innovazione. In effetti, nulla di nuovo.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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