Quei finanziamenti alla fondazione di Brunetta

Pubblicato il 23 Agosto 2013 alle 20:15 Autore: Redazione

Il 12 luglio scorso, la giunta Caldoro (Pdl – Nuovo Psi) ha stanziato 4 milioni di euro alla Fondazione Ravello.

Secondo il segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi, si tratta di un “furto”, mentre il capogruppo regionale dem Raffaele Topo ha annunciato che prossimamente verrà depositata un’interrogazione in Regione, assieme agli alleati di Sel, per cercare di fare chiarezza sulla decisione.

Dall’altra parte, invece, gli esponenti di maggioranza (nonché compagni di partito di Brunetta) difendono la loro scelta, in quanto il finanziamento alla Fondazione Ravello rientra nella direttiva Pac (Piano azione coesione), il documento regionale che prevede l’impiego dei fondi europei sbloccati da tempo. La giunta regionale ha erogato 66 milioni di euro a enti d’interesse turistico-culturali e al comune di Napoli.

Una nota di Palazzo Santa Lucia – sede del governo regionale – fa sapere che “i quattro milioni sono stati solo assegnati e verranno materialmente messi in campo solo dopo le valutazioni e i controlli di efficacia ed efficienza, e saranno spalmati in almeno due anni, cioè, in proporzione meno degli anni passati”.

Stefano Caldoro

Ma il segretario regionale di Sel Arturo Scotto non ci sta: “Se Brunetta (cittadino onorario del comune costiero) tiene davvero allo sviluppo di Ravello, deve fare un passo indietro, almeno fino a quando fa il capogruppo Pdl a Montecitorio”. Per Scotto, il conflitto d’interessi dell’ex ministro anti-fannulloni è palese: “Cosa accadrà quando l’ex ministro avrà a che fare con la pubblica amministrazione?”.

La mission della Fondazione è quella di “tutelare e valorizzare, in termini culturali ed economici, i beni di interesse artistico e storico situati nell’area del Comune di Ravello”, anche se la nota della Regione parla di fondi per la gestione di tre beni patrimonio Unesco che si trovano fuori dai confini comunali.

Brunetta “il mecenate”, per ora, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in difesa della fondazione da lui presieduta, mentre l’ente stesso ha dato mandato ai suoi avvocati di mettere in campo ogni iniziativa legale volta per tutelarsi, compresa la querela a Landolfi per aver parlato di “furto”. Dopo il tentativo di rivoluzionare la Pubblica amministrazione, l’ex ministro si occupa adesso delle persone giuridiche di diritto privato – la fondazione. Con soldi pubblici.

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